Napoli, tensione criminale a Forcella: il ritorno degli storici boss

Da un lato si punterebbe alla scalata di nuove baby gang in opposizione a quello che resta della famiglia Giuliano e dall’altro ad una regia dietro le quinte proprio di qualche boss dello storico clan per riappropriarsi criminalmente parlando dei luoghi puntando su nipoti e fedelissimi

forcellaVoglia di non perdere la leadership criminale una volta dei tristemente noti familiari o strategia precisa di ritorno in auge? Questo il dilemma investigativo che starebbe impegnando gli 007 delle forze dell’ordine in merito agli ultimi agguati di camorra consumati nei pressi del quartiere Forcella.




Da un lato si punterebbe alla scalata di nuove baby gang in opposizione a quello che resta della famiglia Giuliano e dall’altro ad una regia dietro le quinte proprio di qualche boss dello storico clan per riappropriarsi criminalmente parlando dei luoghi puntando su nipoti e fedelissimi.




Il cognome Giuliano, nonostante i pentimenti, gli arresti e i decessi di alcuni fratelli, resta a Forcella e nel cuore storico della città un mito per molti giovani: in particolare si narrano ancora le gesta del capo clan Luigi, alias “o re”, osannato da molti anziani della zona come difensore della povera gente e amante dei propri luoghi d’origine.




Un uomo prepotente con i prepotenti che, a detta dei “nonni” di Forcella, sapeva sostituirsi alle istituzioni quando queste abbandonavano a se stessa la povera gente. Un personaggio talmente singolare nello scacchiere malavitoso partenopeo da scrivere testi di canzoni neomelodiche, comporre poesie e diplomarsi come “Autore di testi” presso il Centro di Toscolano diretto da Giulio Mogol.




Chi della famiglia, dati i risvolti disastrosi che hanno segnato i Giuliano, possa avere interessi a riavvicinarsi a Forcella resterebbe un mistero: radio mala sottolineerebbe come sia impossibile però che pochi nipoti, anche indiretti, degli storici ras della Nuova Famiglia abbiano potuto tener testa prima ai Mazzarella costringendoli a ripiegare verso la zona Mercato e poi alle cosiddette baby gang che ormai a Napoli non si contano.




Ed ecco che si intravede un’ombra superiore, una guida criminale che suggerirebbe di volta in volta ai rampolli di quello che fu il clan più potente di Napoli e dell’hinterland le mosse da fare per contrastare efficacemente gli avversari. Naturalmente parliamo di ipotesi che se confermate però potrebbe preludere l’inizio dell’ennesima guerra di camorra tra le vecchie generazioni, esperte e temprate, e i nuovi boss, impulsivi e oltremodo violenti, ispirati palesemente a note fiction a tema come Gomorra.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.