Napoli, denunciò il pizzo: il parrucchiere Salvatore Castelluccio chiude bottega

Il progetto del coraggioso parrucchiere napoletano sarebbe quello di restare in loco un altro mese per poi trasferirsi nella penisola sorrentina

Due anni fa non accettò l’omertosa logica del pizzo e con una dettagliata denuncia fece arrestare i suoi estorsori. Un inizio positivo per la vicenda di un parrucchiere di Napoli, Salvatore Castelluccio, che da quel momento ha assistito però progressivamente all’implosione della sua attività.

Probabilmente qualcuno ha voluto così punire il nobile gesto di Castelluccio facendo pressioni sul territorio perché la gente disertasse il suo negozio. Il dato più allarmante è che questo qualcuno sembra esserci riuscito tanto da indurre Castelluccio a chiudere i battenti e spostare altrove l’attività.




Stressato e deluso Castelluccio non avrebbe risparmiato stoccate nei confronti del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, a suo dire presente sul posto solo in campagna elettorale. Il progetto del coraggioso parrucchiere napoletano sarebbe quello di restare in loco un altro mese per poi trasferirsi nella penisola sorrentina. Dulcis in fundo il fondato timore da parte di Castelluccio di trovarsi in seri problemi economici in fase di trasloco a causa di una parentesi negativa attraversata con gli istituti di credito.




Una sconfitta per la società civile che richiama alla menta l’analoga vicenda di Ciro Scarciello, il salumiere della Duchesca che si era ribellato alla camorra a sua volta costretto a chiudere. “Dispiace e, soprattutto nei confronti del Comune, è ingeneroso, anche se è umanamente comprensibile”, ha dichiarato il primo cittadino Luigi de Magistris sottolineando come il Comune non abbia mai abbandonato Castelluccio.




“La vicinanza che noi abbiamo dato, per quello che può fare il Comune, è stata forte – ha precisato il sindaco – solo io sono stato 3 volte in quell’esercizio commerciale, tantissime persone del Comune e amici sono andate a tagliarsi i capelli per sostenerlo, Alessandra Clemente lo ha seguito più volte con altri collaboratori, con Ciro Corona di resistenza anticamorra abbiamo lavorato insieme, gli abbiamo anche dato soluzioni, cose che il Comune avrebbe voluto fare concretamente”.




“La storia è un po’ diversa da quel che appare – ha quindi concluso il numero uno di Palazzo San Giacomo – ma mi fermo qua perché apprezzo chi denuncia gli estorsori, quindi avrà sempre la mia vicinanza anche quando esprime critiche immotivate e ingiuste nei confronti del Comune”.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.