Il Pm di Napoli Henry John Woodcock sarebbe indagato per falso, in concorso con l’ex capitano del Noe Gianpaolo Scafarto: altro colpo di scena nell’ambito della vicenda Consip che tempo addietro aveva portato dietro le sbarre per corruzione il noto imprenditore campano Alfredo Romeo.
Sarebbe stato proprio l’ufficiale del Noe a dichiarare ai Pm di Roma di essere stato indotto dal magistrato a scrivere in una informativa che i servizi segreti avrebbero spiato i carabinieri che stavano indagando sull’imprenditore Alfredo Romeo.
La circostanza sarebbe emersa durante l’interrogatorio di Scafarto in relazione una prima inchiesta avviata mesi fa dalla Procura di Roma a carico di Woodcock per rivelazione del segreto istruttorio. “A distanza di più di un anno precisiamo che il Maggiore Scafarto non ha ricevuto alcuna notifica da parte della Procura di Modena in ordine alla ipotesi di reato così come prospettata dalla stampa e men che meno una proroga di indagini che, si badi, avrebbe giustificato una prosecuzione delle stesse”.
Così gli avvocati Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, difensori di Scafarto in merito alle notizie apparse ultimamente sulla vicenda Consip. “Di conseguenza – aggiungono i legali – attendiamo di conoscere la eventuale contestazione mossa al Maggiore, nel rispetto dei tempi delle indagini preliminari, riservandoci di rendere interrogatorio allora quando e se avremo contezza di un eventuale procedimento penale a carico del Maggiore per tali fatti”. “Non ho mai svolto indagini per fini politici”.
Il colonnello Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, ha commentato così quella che definisce una “campagna di linciaggio mediatico”. “A proposito del procuratore Musti- ha precisato De Caprio – non ho mai operato alcuna forzatura svolgendo le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà. Non ho mai parlato di Matteo Renzi nè con la Musti nè con altri.
Non ho mai svolto indagini al di fuori dei fatti che emergevano direttamente ed esclusivamente dalle persone indagate. Non ho mai avuto esaltazioni o esagitazioni a seguito delle indagini da me svolte neanche quando abbiamo arrestato Riina, non abbiamo mai esultato, non abbiamo esploso colpi in aria, non abbiamo fatto caroselli per le strade, mai festeggiato, perché la lotta anticrimine appartiene solo al popolo e noi non usiamo il popolo per i nostri fini, o per avere dei voti, lo serviamo e basta”. Della serie: tra accuse da provare, colpi di scena e compromissioni eccellenti il giallo Consip continua.
Alfonso Maria Liguori