Abbiamo vissuto momenti di paura quest’estate “qui, su l’arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo” (Giacomo Leopardi – La ginestra).

Dopo tanti e tanti giorni dall’emergenza incendi, sviluppatasi nei mesi scorsi, oggi ci impegniamo a non dimenticare per permettere che ciò non accada più.

Abbiamo visto e sentito il pericolo della Cava Sari, la famosa discarica di Terzigno, abbiamo visto le lacrime dei tanti anziani che nella loro vita hanno sempre tratto sostentamento dalla pineta del Vesuvio. Abbiamo visto le lacrime dei sindaci e degli amministratori così come quelle di tanti cittadini che hanno sempre scommesso e investito sul parco nazionale.

Giunge oggi la notizia di un Grande Progetto per il Vesuvio e ci auguriamo che questo possa portare all’antico splendore uno dei vulcani più belli e pericolosi al mondo.

L’ente parco sta investendo sulla risorsa ma è fondamentale occuparsi oggi della memoria. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare quanto successo. Fortuna che le tante associazioni che già più volte si sono riunite per organizzarsi, per vigilare, per monitorare e per salvare il salvabile, hanno ormai lasciato un’impronta nel cuore di tutti i vesuviani.




In questi difficili periodi vissuti, le associazioni e tanti comuni cittadini hanno riscoperto il valore della natura e del territorio. Hanno vigilato notte e giorno, si solo impelagati tra gli alberi della pineta armati di torce e manganelli.

Hanno collaborato con le autorità locali, con l’esercito che ancora oggi sta presidiando il vulcano, per salvaguardare l’identità di un magnifico ambiente naturale.

Terzigno è stata sicuramente una delle località più colpite e nel contempo quella che ha visto la solidarietà di tanti cittadini, di tante associazioni e di tanti giovani pronti a combattere per la propria terra.

Il sindaco della città “tre volte baciata dalla lava”, Francesco Ranieri, è stato sempre in prima linea capitanando le squadre di cittadini volontari pronte a vigilare.

Le guardie ambientali Mes, capitanate da Luciano Angrisano, l’associazione Pompei città ribelle, guidata da Giovanni Precenzano, e i giovani del comitato Armando Diaz, retto da Michele Sepe, hanno collaborato nel corso dell’emergenza e si sono susseguiti per vigilare ed aiutare la nostra amata ma disperata terra.

Questo è il volto più bello di una catastrofe umana che non ha paragoni. Il volto dei tanti volontari pronti a strappare dalle mani dei piromani il destino della propria terra.

Clelia Pellegrino

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