Napoli e provincia, è allarme per i giovani: “bombardati” e “inadeguati”

Dulcis in fundo inoccupazione, scarsa scolarizzazione e pessimi esempi che ai giovani questa società offre quotidianamente: politici corrotti, operatori dell’ordine infedeli, imprenditori al soldo delle mafie

Complessi adolescenziali, alienazione da uso eccessivo di social network, incapacità di ammettere le proprie difficoltà con i genitori, senso di inferiorità nei confronti dei coetanei: ecco le trappole nelle quali molti giovanissimi, anche di Napoli e della provincia, finiscono fuggendo la realtà in universi virtuali che solo apparentemente rappresentano oasi sicure ma che invece sono pieni di insidie e pericoli.




Ma cosa spinge un 16enne a cercare in rete la gratificazione che la realtà sembra negargli? Un discorso estremamente complesso sul quale si sono pronunciati psicologi e sociologi per anni, scrivendo sull’argomento numerosi trattati. Alla fine sembrerebbe emerso che il disagio giovanile nascerebbe essenzialmente all’interno della famiglia non sempre all’altezza di monitorare la crescita dei figli e troppo distratta a produrre per accorgersi delle richieste d’aiuto che un bambino o un adolescente lancia in modo più o meno esplicito.




Basta accendere la tv e si viene letteralmente bombardati da giovani tutto fare, talenti in erba dalle enormi risorse a cui tutto è permesso in nome di un successo che sembra inarrestabile. Giovani palestrati, super curati nell’aspetto che passano da un reality all’altro divenendo icone da emulare per migliaia di ragazzi. Per chi non ha mezzi ne possibilità per coltivare discipline artistiche o motorie, magari relegato in realtà ghetto dove le istituzioni faticano ad imporsi, sembra di rimirare un mondo fantastico e irraggiungibile al tempo stesso.




Ed ecco venir fuori frustrazioni, malesseri interiori che in molti casi per essere anestetizzati spingono all’uso di stupefacenti o all’abuso di alcol. Allora tutto si confonde, si distorce e le barriere sembrano svanire come per incanto: cinica illusione che in alcuni casi può tramutarsi in tragedia (solo quest’anno sono numerosi i casi di adolescenti finiti in coma per aver ingerito quantità smodate di alcol, per non parlare degli incidenti causati dalla guida in stato di ebrezza).




Dulcis in fundo inoccupazione, scarsa scolarizzazione e pessimi esempi che ai giovani questa società offre quotidianamente: politici corrotti, operatori dell’ordine infedeli, imprenditori al servo delle mafie. In tal senso fondamentale appare l’interazione costruttiva tra ragazzi e istituzioni: la politica dovrebbe garantire adeguate basi logistiche di aggregazione e possibilità di praticare sport o attività di laboratorio anche a chi non ne possiede i mezzi.




Si parla tanto di “società vivile”, di crescita culturale di Napoli e dell’hinterland e poi ci si ritrova puntualmente a contare il numero dei morti ammazzati di camorra, dei politici arrestati e dei professionisti beccati a fare lo shopping risultando regolarmente a lavoro e magari in straordinario. Massima attenzione quindi al malessere giovanile, individuazione di professionisti seri ove necessiti supporto psicologico e soprattutto passare più tempo con i nostri ragazzi: non lasciamo morire sogni e speranze di intere generazioni abbandonandole a se stesse dinanzi all’inanimata luce di un monitor.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.