L’indebitamento delle famiglie europee pesa sulla crescita del credito. È quanto rileva un interessante ricerca promossa dal centro studi di BNL, dal titolo: “Un sorvegliato speciale: il debito del settore privato”. “Tra le ragioni della modesta crescita del credito nell’area euro (+2,6% a/a a maggio), – si legge nella ricerca – a dispetto del favorevole contesto macroeconomico, vi è l’elevato indebitamento che famiglie e imprese hanno raggiunto in alcuni paesi negli anni precedenti la crisi finanziaria. Proprio per gli effetti che tale fenomeno comporta sull’andamento generale dell’attività economica, il rapporto tra debito del settore privato e Pil rientra tra gli indicatori sorvegliati nell’ambito della Procedura degli Squilibri Macroeconomici (MIP): viene infatti considerato una misura della capacità di rimborsare il debito nel medio e nel lungo periodo”.

Qualche dato

Nella fase precrisi, ante 2007, il rapporto tra debito privato e Pil in alcuni Paesi europei ha raggiunto cifre da capogiro: “nell’intera area euro il livello di questo indicatore era salito dal 110 al 147 per cento tra il 1999 e il 2009, posizionandosi dal 2007 oltre il 133 per cento, quota individuata come critica”. Il dato, in Paesi come Grecia, Portogallo, Estonia e Spagna è nettamente più alto. Al ribasso va la sola Germania, che fa registrare un calo dell’indicatore passato nel decennio dal 120 al 113 per cento e, a partire dal 2014, sotto quota 100. Nella maggior parte dei Paesi dell’Uem la contrazione del debito è stata un fenomeno tipico della fase post-crisi. Dopo questo momento, infatti, “nell’area euro il debito del settore privato rispetto al Pil è sceso nel 2016 al 140 per cento (dal picco del 147 per cento del 2009) con un ampio intervallo di variazione tra le diverse economie”. Importante il ridimensionamento fatto registrare da Paesi come la Spagna (-54 per cento), le Repubbliche Baltiche (-36 per cento) e il Lussemburgo (-76 per cento).

Un ostacolo alla crescita: l’indebitamento delle famiglie europee

È proprio il rapporto tra debito privato e Pil a ostacolare, molto spesso, la crescita economica dei Paesi. L’indebitamento delle famiglie, in particolare, rimane elevato in molti contesti e non aiuta le economie a risollevarsi. A dimostrare il persistere delle difficoltà delle famiglie è anche il boom che stanno registrando i servizi di difesa debitori, a cui il portale Fissovariabile.it dedica un interessante approfondimento, che si moltiplicano grazie al lavoro si associazioni di consumatori, studi di professionisti, esperti e consulenti. Secondo una recente indagine della Banca centrale europea sui bilanci delle famiglie emerge un quadro molto variegato e complesso dei livelli di esposizione delle stesse, anche articolato per fasce di reddito. I nuclei familiari più deboli ed esposti a rischi, in funzione delle rilevazioni effettuate in base alla quota di debito rispetto al reddito disponibile, risultano quelli di Irlanda, Spagna, Cipro, Paesi Bassi e Portogallo. “Il dettaglio per classi di reddito – prosegue lo studio promosso dall’istituto di credito BNL – evidenzia una situazione particolarmente critica tra le famiglie con le entrate più basse di Grecia, Spagna, Cipro, Paesi Bassi e Portogallo, mentre in Germania, Francia  e Irlanda sono le famiglie delle classi di reddito più alte quelle che presentano rapporti particolarmente elevati. Uno sguardo alla quota del servizio del debito sul reddito disponibile offre una misura più immediata della capacità di far fronte agli impegni finanziari. In questo caso si notano situazioni di criticità per le famiglie meno abbienti di Estonia, Grecia, Cipro e Slovenia: per questi paesi l’indicatore mediano supera il 60 per cento delle entrate delle famiglie rispetto a un livello del 27,5 per cento per l’intera area euro.

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