Incredibile: test di medicina venduti? Al via l’inchiesta a Napoli. L’ipotesi è che qualcuno abbia “venduto”. i risultati del test per l’accesso alla facoltà di medicina ai figli di due esponenti delle forze dell’ordine: per questo la Procura di Napoli ha aperto una inchiesta.
Quattro gli indagati, accusati di corruzione: un’assistente bibliotecaria che il 5 settembre scorso, giorno dei test, faceva parte della squadra di 300 impiegati con compiti di vigilanza; il marito, ex dipendete dell’Università e i due appartenenti alle forze dell’ordine.
Sarebbe iniziato tutto da una intercettazione telefonica, da lì su disposizione del pm Ida Frongillo la mattina del 5, tra gli oltre 4mila studenti sarebbero scattate anche le perquisizioni. Quelle sugli indagati hanno dato esito negativo; saranno esaminate le memorie di computer e cellulari. In un solo caso, tra i candidati, è stato rinvenuto un algoritmo sul quale sono in corso accertamenti per verificare la compatibilità con la risoluzione del quiz.
“Il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina va abolito perché, oltre a limitare il diritto allo studio, alimenta casi di corruzione e malaffare che, anche questa volta, si sono verificati come dimostrano le indagini in corso per l’accesso alla Federico II. Se saranno confermate le accuse chiediamo un intervento durissimo al Rettore Gaetano Manfredi visto che è stato infangato il buon nome e l’immagine del più grande ateneo del Mezzogiorno.
Sono tante le segnalazioni che giungono all’osservatorio dei test svolti in Campania messe in campo dai giovani Verdi sulle palesi difformità nella gestione dei test di accesso alla facoltà di Medicina delle varie Università. Occorre fare chiarezza al più presto per valutare la gravità di queste anomalie e se le stesse siano state tali da inficiare l’esito finale dei test. Mi auguro che si evitino gli scandali dello scorso anno che hanno rappresentato una pagina davvero vergognosa per il mondo universitario e che si abbia più attenzione in Italia per il diritto allo studio e per la formazione dei professionisti del futuro che non devono iniziare la carriera accademica con raccomandazioni, imbrogli e sotterfugi”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. Alle parole dell’esponente dei Verdi noi umilmente aggiungiamo una considerazione: sarebbe il caso di colpire soprattutto i beneficiari di certi intrallazzi, ovvero quelle persone che hanno comprato un’idoneità accademica o un posto che non meritavano di ricoprire. E qui il discorso si allarga : pensiamo alle forze armate, alle selezioni per accedere nelle forze dell’ordine tanto ambite dai giovanissimi e al recente annullamento da parte del Capo della Polizia di uno dei tanto attesi concorsi per palesi “anomalie” nei test, ovvero nella prima prova da superare.
Una precisazione doverosa se si pensa che poi questi individui senza onore ce li ritroviamo di fronte, magari con tanto di camice bianco o uniforme, nella vita reale: perché meravigliarsi poi del fatto che per essere seguiti in un ospedale pubblico in molti casi devi conoscere, essere già seguito privatamente dal medico interno al reparto o dallo stesso primario, dei tanti infedeli tra le forze dell’ordine e dei pubblici funzionari che con la propria vergognosa condotta insudiciano l’immagine di chi al contrario è pronto a dare la vita per lo Stato e la legalità.
“Stiamo verificando la veridicità delle indiscrezioni finora giunte in particolare alla Federico II – ha affermato Mimmo Petrazzuoli, coordinatore nazionale della Confederazione degli Studenti la più rappresentativa organizzazione studentesca del sud Italia e della Campania – che riguardano prevalentemente l’aspetto procedurale. Abbiamo chiesto a tutti i nostri rappresentanti nelle Università di raccogliere tutte le testimonianze possibili per accertare se vi siano gli estremi per ritenere inficiati i test. Sta di fatto che al tema del numero chiuso per l’accesso all’Università si aggiunge anche quello della trasparenza dei test d’ingresso a mortificare ulteriormente le ambizioni degli studenti italiani”.
Alfonso Maria Liguori