Il “cantiere permanente” degli scavi di Pompei ha regalato l’ennesima perla, a pochi giorni dall’inaugurazione dell’esposizione presso l’antiquarium di Pompei in merito ai reperti della casa dal bracciale d’oro.
Venerdì 22 settembre 2017 Massimo Osanna, direttore generale-soprintendente dello scavo archeologico alle pendici del Vesuvio, ha illustrato gli interventi del grande progetto Pompei, inaugurando gli esclusivi quartieri panoramici a terrazze dell’antica città.
Il complesso di Championnet, situato a pochi passi dal foro, è un insieme di eleganti edifici residenziali, (oltre 60 ambienti) finemente decorati e articolati in diversi atri e peristili, disposti a terrazza a sud ovest del pianoro di Pompei, con affacci panoramici sulla piana del Sarno.
La casa del Marinaio, domus, portata alla luce a partire dal 1871, deve il suo nome al mosaico posto all’ingresso, e solo parzialmente conservato che raffigurava sei navi ormeggiate in rispettivi arsenali (probabilmente simbolo del porto sicuro che la casa rappresentava per i suoi abitanti), è un edificio a doppio atrio arricchito dalla presenza, all’esterno della struttura, dalla fontana in marmo chiamata “fontana del gallo”.
La villa con impianto termale privato e un ampio sotterraneo adibito a panificio, considerata da molti un unicum nel panorama domestico pompeiano, è stata messa in sicurezza utilizzando un sistema di copertura non invasivo, eliminando i pilastri che venivano poggiati sul suolo, cercando di incidere meno possibile sul paesaggio e sull’ambiente circostante.
Due grandi interventi di messa in sicurezza e di restauro portati a compimento nell’ambito del grande “Progetto Pompei”.
Queste due grandi strutture, aperte per la prima volta al pubblico, sono state arricchite dall’esposizione di reperti originali in più ambienti e nella cucina del percorso sotterranei del complesso di Championnet, seguendo il progetto già da tempo avviato a Pompei, che prevede il ricollocamento in loco di oggetti e strumenti del passato ivi ritrovati.
La consapevolezza di dover intervenire in maniera sistematica e continuativa, per garantire un ottimale stato di conservazione dei beni archeologici (e non raggiungere i livelli di abbandono visti nel passato), pongono attualmente l’area archeologica di Pompei come modello per l’Europa.
Giuseppe Raviotta