Terremoto negli ambienti della camorra: si pente Vincenzo Amirante, ras della paranza dei bambini

Il nuovo pentito starebbe indicando alla Dda l’ubicazione esatta delle principali piazze di spaccio della zona e soprattutto come sarebbe organizzato il business del racket

Terremoto negli ambienti di camorra del centro storico di Napoli dopo la decisione di collaborare con lo Stato presa dal boss Vincenzo Amirante, capo della cosiddetta “paranza dei bambini”. Queste le prime parole del boss pentito ai giudici: “Mi pento, voglio cambiare vita”.

E poi giù come un fiume in piena: nelle prime dichiarazioni rilasciate ai magistrati Vincenzo Amirante avrebbe accusato proprio il figlio Salvatore, alias “Sasà”, già detenuto per reati associativi.




Il nuovo pentito starebbe indicando alla Dda l’ubicazione esatta delle principali piazze di spaccio della zona e soprattutto come sarebbe organizzato il business del racket con particolare riferimento al mercato della Duchesca.

Proprio il fenomeno estorsivo sarebbe stato secondo il collaboratore di giustizia alla base delle ultime guerre di male scoppiate nel cuore di Napoli. E c’è di più: Amirante avrebbe fornito particolari utili per ricostruire gli omicidi delle vittime innocenti di camorra. Si parlerebbe di Maikol Giuseppe Russo, ucciso da una pallottola vagante in Piazza Calenda, di Tahar Mani, cittadino indiano contro cui i sicari aprirono il fuoco con lo scellerato fine di provare alcune armi, Luigi Galletta, il coraggioso meccanico di via Carbonara che non volle piegarsi alle prepotenze di camorristi poco più che adolescenti.




Radio mala non avrebbe dubbi: le parole di Amirante avrebbero scatenato il panico nei clan del centro storico e non solo. Il timore dei boss ex alleati di Vincenzo Amirante è che l’uomo possa chiarire dettagliatamente responsabilità e ruolo degli stessi all’interno del sistema negli ultimi decenni. Potremmo essere ad una svolta storica nella storia della mala partenopea: ergastoli a go go e sequestri eccellenti di beni immobili e mobili potrebbero presto scaturire dalle rivelazioni di Amirante.




Intanto secondo alcune indiscrezioni nel mirino della Giustizia potrebbero finire anche insospettabili professionisti e imprenditori sul libro paga della camorra. Alcuni pregiudicati si sarebbero già allontanati da Napoli per evitare arresti che a questo punto sembrerebbero imminenti. Qualche potente sodalizio criminale della periferia o dell’hinterland partenopeo potrebbe approfittare del momento di debolezza dei clan del centro storico per tentare la conquista criminale del territorio. Un particolare questo che persino i residenti temerebbero ormai angosciati dall’idea di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Alfonso Maria Liguori

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