Da Napoli il grido d’allarme: “Famiglie italiane più povere, in calo redditi e potere d’acquisto”

“Cala la ricchezza delle famiglie. Negli ultimi 10 anni, secondo l'analisi Unimpresa, basata su dati della Banca d'Italia, le famiglie italiane sono diventate più povere, risparmiano sempre meno soprattutto perché stanno vivendo una graduale erosione dei risparmi"

“Il totale della ricchezza delle famiglie italiane da giugno 2015 a giugno 2016 è calata di 118,5 miliardi (-2,88%) da 4.122,1 miliardi a 4.003,5 miliardi. A pesare sulla variazione negativa è soprattutto il comparto finanziario. A fronte delle ‘perdite’ sul versante dei mercati finanziari, le famiglie italiane hanno accumulato sempre maggiore liquidità: sono infatti cresciuti gli ‘attivi’ in contanti e conti correnti. In calo redditi e potere di acquisto”.




Lo ha detto Vincenzo Moretta presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli presentando il forum “La tutela del risparmio nel settore creditizio e il sovraindebitamento dei consumatori” che si terrà domani alle ore 9,30 nella sala conferenze dell’Odcec partenopeo (piazza dei Martiri, 30).

“Cala la ricchezza delle famiglie. Negli ultimi 10 anni, secondo l’analisi Unimpresa, basata su dati della Banca d’Italia, le famiglie italiane sono diventate più povere, risparmiano sempre meno soprattutto perché stanno vivendo una graduale erosione dei risparmi. Certo la ricchezza accumulata – ha aggiunto Moretta – ci pone ancora in una posizione di forza.




Ma il trend è ormai invertito. Pesano la contrazione dei redditi, le politiche economiche scarsamente lungimiranti, ma anche un clima di sfiducia e scarsa cultura finanziaria. Interrogarsi sull’adeguatezza degli strumenti amministrativi, di vigilanza per tutelare in modo efficace il risparmio e l’esercizio del credito è oggi particolarmente importante considerando che gli innumerevoli scandali societari, a danno dei risparmiatori più deboli e un diverso assetto legislativo in materia, hanno messo in discussione la fiducia dei risparmiatori e minano al suo corretto funzionamento del mercato creditizio determinante per lo sviluppo di una Nazione.

Centrali non solo il tema della cultura finanziaria, in un mercato cambiato –ha concluso il numero uno dei commercialisti napoletani -, ma anche prassi scorrette e asimmetrie informative”. “Evidenti le relazioni tra l’utilizzo improprio e scorretto di alcuni strumenti di finanziamento (credito al consumo, carte revolving, cessione del quinto dello stipendio o della pensione etc..) e fenomeni come il sovraindebitamento di rilevante impatto economico e sociale, dove tutela del risparmio ed educazione all’uso corretto del denaro rappresentano un primo presidio di autotutela a salvaguardia delle disponibilità finanziarie”, ha sottolineato Liliana Speranza, consigliere delegato dell’Odcec Napoli.




“E’ importante tutelare il risparmio anche nella sua prevalente destinazione creditizia per favorirne il suo corretto funzionamento. Rispetto al passato i risparmiatori hanno aumentato gli investimenti in strumenti finanziari che, a fronte di rendimenti più elevati rispetto ai depositi bancari e ai titoli di Stato, comportano l’esposizione a rischi più alti e di varia natura: rischi di credito, di mercato, di controparte. Il tema di adeguate politiche di tutela è centrale”.

“La tutela del risparmio segue presidi di correttezza e trasparenza nei confronti della clientela”, ha evidenziato Achille Coppola segretario nazionale dei commercialisti italiani e presidente dell’Associazione consumatori ‘Impegno Civile’. Le informazioni sono lo strumento necessario al risparmiatore per effettuare le sue scelte al fine di assumersi le relative responsabilità. L’educazione finanziaria è componente essenziale delle politiche di tutela del risparmio.




E’ un dato che secondo una ricerca internazionale il 46% degli italiani non ha una formazione specifica in questo ambito. A ciò si aggiunge che, tra i cittadini che sostengono di avere ricevuto una preparazione in ambito economico e finanziario solamente nel 29% dei casi ciò è avvenuto nell’ambito del percorso scolastico o universitario (l’11% ha intrapreso degli studi universitari economici), mentre ben il 25% è completamente autodidatta: ha acquisito conoscenze leggendo libri (16%) e informandosi attraverso internet, quotidiani o riviste e programmi televisivi (9%).

Occorre investire in una Strategia Nazionale, già varata dal Governo, la categoria intende sostenere formazione e favorire uno sviluppo della professione che vada anche in direzione di un’adeguata consulenza ai consumatori / risparmiatori, funzionale al mercato”.




“E’ ampiamente riconosciuto come una più elevata educazione finanziaria incida sui sistemi economici, determinandone maggiore efficienza, competitività e innovazione – ha detto Stefania Linguerri, Presidente Commissione Tutela del Consumo dell’Odcec Napoli. “Accrescere il livello di educazione finanziaria nel più ampio concetto di educazione alla cittadinanza economica consapevole e attiva di tutti i cittadini, è oggi un’esigenza più rilevante che in passato, a partire dai giovani ed è uno strumento necessario per un effettiva tutela dei singoli risparmiatori unitamente alla consulenza indipendente”.

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