Tre anni e 6 mesi: questa la condanna per calunnia inflitta dalla Corte d’Appello di Napoli all’ex boss di Miano, attualmente pentito, Salvatore Lo Russo.
Lo Russo aveva accusato l’ex Capo della Squadra Mobile di Napoli Vittorio Pisani di aver ricevuto la somma di 160.000 euro per favorire il clan dei “Capitoni di Miano”.
Parte di quel denaro sarebbe stato speso dal dirigente della Polizia di Stato per ristrutturare un immobile acquistato al Vomero. Pisani all’epoca dei fatti sporse subito querela contro Salvatore Lo Russo e oggi i giudici sembrano confutare qualsiasi dubbio in merito alla lecita condotta di un rappresentante delle Istituzioni.
Secondo il pentito Lo Russo invece Pisani avrebbe, grazie al denaro ricevuto, alterato alcune indagini tutelando pezzi da 90 del clan che sarebbero così riusciti ad evitare l’arresto. Accuse gravissime che in primo tempo costarono a Vittorio Pisani una misura interdittiva.
Oggi la verità sembra finalmente emergere: un’ulteriore sconfitta per gli ormai tramontati Lo Russo. Dalle dichiarazioni di Carlo Lo Russo, a sua volta collaboratore di giustizia e fratello di Salvatore, sarebbero negli ultimi tempi scaturiti arresti e ingenti sequestri di beni immobili e mobili a Napoli e nell’hinterland.
Carlo Lo Russo potrebbe adesso rivelare l’identità degli insospettabili fiancheggiatori del sistema, ovvero dei professionisti al soldo della camorra, i cosiddetti colletti bianchi in grado di riciclare il denaro sporco in molteplici attività imprenditoriali. Dalla ristorazione alle sale scommesse, dai centri benessere alle aziende agricole, la camorra controllerebbe dietro le quinte gran parte dei settori commerciali forte di un potere economico inimmaginabile.
Oggi si chiude definitivamente una brutta vicenda per l’ex dirigente della Mobile Pisani: per la gente un segnale di speranza nel Pubblico dopo i tanti, troppi casi di collusione e corruzione accertati tra infedeli appartenenti alle forze dell’ordine, politici e amministratori.
Alfonso Maria Liguori