Cresce la tensione a Pianura: territorio conteso tra 2 clan, Marfella e Pesce, che potrebbero presto tornare sul sentiero di guerra per accaparrarsi il monopolio degli affari illeciti. Sodalizi criminali con una storia particolare alle spalle: rapporti familiari unirebbero le 2 cosche, nello specifico i Marfella e i Pesce sarebbero cugini tra loro.
Propria questa faida interna scoppiata in quello che una volta era un unico grande clan avrebbe determinato il pentimento di Pasquale Pesce, alias ‘e Bianchina, che avrebbe dichiarato ai giudici come l’eccessiva avidità avrebbe “rovinato entrambe le famiglie”.
Secondo alcuni vecchi collaboratori di giustizia a monte della rottura tra i Marfella e i Pesce ammanchi di cassa: le 2 fazioni si accuserebbero a vicenda della grave mancanza che avrebbe dato il via ad una sanguinosa guerra di camorra che dura ormai da quasi 20 anni.
Secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi al momento l’assenza sul campo del neo pentito Pasquale Pesce e del rivale Salvatore Romano, alias “muollo muollo”, potrebbe lentamente cambiare la scena criminale in quel di Pianura. Non è un caso che dall’estate scorsa le pistole del sistema tacerebbero sul territorio: un segnale che sarebbe letto positivamente dalle forze dell’ordine che temono però una riorganizzazione dei principali affiliati delle 2 famiglie in un unico grande gruppo.
Un’ipotesi che se confermata potrebbe aumentare esponenzialmente il potere offensivo dei Pesce – Marfella e invogliare i boss di Pianura a cercare di estendere la propria leadership criminale verso le vicine Fuorigrotta, Soccavo e Agnano. Radio mala in tal senso sarebbe molto cauta: potrebbe solo trattarsi di una tregua carica di tensione tra le 2 ali del sistema destinata all’improvviso ad esplodere nell’ennesima mattanza.
Le forze dell’ordine presidiano il territorio al fine di prevenire o reprimere sul nascere stese e agguati: evidentemente le uniformi dello Stato temono, nonostante l’apparente tranquillità, che a Pianura venti di guerra possano presto spirare in “casa camorra”.
Alfonso Maria Liguori