Una rissa rischia di far scoppiare la faida di camorra: sale la tensione a San Giovanni a Teduccio e Quartieri Spagnoli

In alcuni casi le cosiddette baby gang sarebbero formate da parenti diretti di pezzi da 90 del vecchio sistema determinando violente faide all’interno della stessa famiglia malavitosa. Tutti contro tutti

Sale la tensione tra i clan Formicola di San Giovanni a Teduccio e i Masiello dei Quartieri Spagnoli: ad accendere la miccia una violenta rissa scoppiata tra giovani esponenti dei due sodalizi criminali in una discoteca lo scorso agosto.

Da allora sarebbero state segnalate alle forze dell’ordine numerose stese e atti intimidatori messi in essere sia ai Quartieri che a San Giovanni. Una sorta di botta e risposta che secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi potrebbe sfociare da un momento all’altro in una vera e propria guerra di camorra.




A complicare ulteriormente la già delicata situazione “brutta aria” tra i Mazzarella e i Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, così come tra i Mariano e baby gang dei Quartieri Spagnoli per il controllo degli affari illeciti nella zona. Saltati ormai i vecchi equilibri di camorra Napoli e l’hinterland sarebbero diventate polveriere pronte a esplodere da un momento all’altro: boss emergenti contenderebbero lo scettro criminale, soprattutto nel cuore storico della città, a vecchi ras della Nuova Famiglia.




E c’è di più: in alcuni casi le cosiddette baby gang sarebbero formate da parenti diretti di pezzi da 90 del vecchio sistema determinando violente faide all’interno della stessa famiglia malavitosa. Tutti contro tutti per il controllo del racket e delle piazze di spaccio: queste le principali attività dei clan partenopei che oggi si troverebbero a fare i conti con le cocenti rivelazioni di nuovi pentiti del calibro di Vincenzo Amirante, considerato dagli inquirenti il capo della “paranza dei bambini” operante a Forcella e nel centro storico, e i fratelli Lo Russo di Miano, capi dell’omonimo clan tristemente noto come “i Capitoni di Miano”.




In particolar modo le rivelazioni di Carlo Lo Russo potrebbero scatenare un vero terremoto nella mala locale coinvolgendo anche insospettabili professionisti, imprenditori, infedeli servitori dello Stato e pubblici amministratori. In sintesi: cresce la tensione a Napoli in casa camorra mentre Radio Mala già sussurrerebbe sinistra tra i vicoli “qualche affiliato non mangerà l’aragosta a Natale” (che in gergo malavitoso vuol dire verrà ucciso).

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.