Tre omicidi sui Lattari in circa un anno
Con l’uccisione di Orazzo salgono a tre gli omicidi ancora irrisolti avvenuti in circa un anno tra Lettere, Casola ed Agerola. A settembre 2016 a Casola di Napoli è morto sotto i colpi dei sicari Pasquale Starace, 63 anni pensionato. Nei giorni dopo l’agguato si è vociferato di una lite che la famiglia di Starace ha avuto con un’altra famiglia del posto. L’8 luglio scorso Luciano Fontana alias ‘o fasano, 60enne di Castellammare di Stabia ex pentito di camorra, è stato raggiunto e ucciso dai killer ad Agerola, nei pressi di una pizzeria. Ieri notte poi l’omicidio di Ciro Orazzo. Gli omicidi di Fontana e di Orazzo potrebbero avere il carattere dell’estemporaneità, e quindi motivazioni lontane nel tempo, vecchi regolamenti di conti che la criminalità organizzata sta portando a termine con metodo, come a seguire una lista precisa.
Operazione Jamaica: il gruppo di Ciro Orazzo e Mario Cuomo
Il nome di Orazzo è saltato fuori una prima volta a novembre 2012 quando i carabinieri hanno fatto scattare l’operazione Jamaica eseguendo 19 misure cautelari. Due le organizzazioni sgominate dai militari: una delle due vedeva nei vertici Mario Cuomo, ammazzato a Gragnano appena quattro mesi prima del blitz, e Ciro Orazzo. Due bande che tra il 2010 e il 2011 si contendevano lo spaccio di droga a Casola, Lettere, Gragnano, Santa Maria la Carità, Torre Annunziata, Castellammare e Pagani. I carabinieri hanno ricostruito tutte le fasi del traffico illecito, dalla coltivazione, al confezionamento, alla distribuzione. Un ciclo completo che rendeva i narcos autosufficienti, senza alcuna necessità di importare la marijuana con la quale gestivano una fetta di mercato molto importante.
Marijuana a Eboli, contatti con l’Albania
Di rilievo, in particolare, il fatto che la cannabis di Orazzo e Cuomo provenisse dal salernitano, in particolare da Eboli dove è stata rinvenuta un’immensa coltivazione di cannabis indica. Ma non solo, perché nell’indagine ci sono finiti anche alcuni viaggi di Cuomo in Albania. Le coltivazioni di marijuana ad Eboli ed il suo viaggio di Cuomo in Albania per prendere contatti e acquistare terreni avrebbero causato non pochi malumori tra le organizzazioni criminali legate per un periodo da rapporti di affari. Tutti i gruppi contribuivano a preparare una torta che, una volta lievitata, produceva milioni e milioni euro. Fino a quando qualcuno è andato oltre, facendo venire meno equilibri pericolosi.
Un crocevia pericoloso
Tra agosto 2013 e ottobre 2014 Lettere è diventato un crocevia pericoloso. Ad agosto 2013 in via Creta un’autobomba ha ferito tre persone che, secondo i carabinieri, erano collegate al business della marijuana sui monti Lattari. Quattro mesi dopo sempre a Lettere un altro ordigno costruito con polvere da sparo è stato rinvenuto sotto un Apecar: il proprietario, accortosi della bomba, ha avvertito in tempo i militari che sono intervenuti con gli artificieri. Ad ottobre 2014 poi nel corso di un agguato a colpi di fucile è stato ferito un 61enne che era alla guida della propria auto in via Canale. Nel mirino dei sicari un pregiudicato per reati di droga con un passato da affiliato a gruppi criminali del posto. Episodi che hanno fatto temere lo scoppio di una vera e propria guerra tra clan camorristici per il predominio dei traffici di droga.
Secundario: fortissime tensioni tra i narcos
Un mese dopo, a novembre 2014, una nuova operazione di polizia porta in carcere
L’agguato del 2016, i misteri del narcotraffico
A gennaio del 2016, Orazzo era nuovamente a casa quando qualcuno, appostatosi su una collinetta a circa dieci metri, gli ha sparato contro tre colpi di fucile calibro 12 ferendolo. Dopo oltre un anno e mezzo da quell’episodio è arrivata la fine per l’uomo di 54 anni di Casola di Napoli con l’omicidio di Ciro Orazzo. Solo con le indagini già partiti si potrà capire di più e finalmente venire a capo dei misteri che stanno circondando da anni i Lattari. Così come sarà necessario approfondire le enormi forze criminali che Orazzo era probabilmente riuscito, insieme al suo socio Cuomo, a smuovere e incrinare in maniera irrimediabile. Scatenando una furia che è stata fatale ad entrambi.
Francesco Ferrigno