Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile della Questura di Napoli, in collaborazione con la Squadra Mobile di Prato, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a carico di 4 esponenti del disciolto clan camorristico dei “Sarno”, che ha operato nel quartiere di Ponticelli, ritenuti responsabili dei reati di omicidio premeditato, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, aggravati ai sensi dell’art. 7 legge 203/91.
Le indagini, che si sono avvalse del contributo dichiarativo di numerosi collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire il contesto criminale in cui è maturato l’omicidio di Paolo Colaiacolo, ucciso il 19 giugno 1998 all’interno di una sala giochi del quartiere di Ponticelli. Nella circostanza la vittima fu sorpresa dai sicari, che giunsero a bordo di un auto, mentre era intenta a giocare ai video poker.
In particolare, l’omicidio fu deciso da Antonio Sarno ed Ciro Esposito, all’epoca dei fatti reggenti del clan Sarno e materialmente eseguito da Vincenzo Cece, Antonio Tubello e Nicola Martinez.
Il fatto delittuoso si colloca nell’ambito di un contesto di particolare fibrillazione vissuto, all’epoca dei fatti, dal clan Sarno e causato dalla scissione dal gruppo della fazione legata ad Antonio De Luca Bossa, antico alleato che dichiarò guerra ai propri sodali con un gesto clamoroso e tragico ossia l’esplosione dell’automobile su cui viaggiava Luigi Amitrano, affiliato e nipote dei fratelli Sarno, cagionandone la morte.
Colaiacolo, secondo le risultanze investigative, fu ucciso perché, dopo la tragica morte di Amitrano, si schierò apertamente con il clan De Luca Bossa.
L’operazione odierna rappresenta un positivo riscontro alla strategia della Direzione Distrettuale Antimafia tesa a non abbandonare le inchieste su fatti criminosi accaduti nel recente passato, delegando alla polizia giudiziaria attività a riscontro di nuovi elementi investigativi, emersi anche in seguito alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, nonché attraverso la meticolosa analisi e la rielaborazione del patrimonio probatorio ed indiziario raccolto all’epoca dei fatti.
Nicola Martinez e Antonio Tubello sono stati catturati nel quartiere di Ponticelli mentre Antonio Sarno, figlio di Ciro, attuale collaboratore di Giustizia e, all’epoca dei fatti, capo indiscusso del clan, è stato catturato a Prato, ove si era stabilito da qualche anno.
A Vincenzo Cece l’ordinanza è stato notificata in carcere dove era già detenuto per altro reato.