Camorra in deficit: estorsioni per la spesa e piccoli acquisti quotidiani

Fame, sete di vendetta e venti di guerra all’interno di un sistema che ormai non avrebbe più regole precise

Secondo alcune testimonianze raccolte nel centro storico di Napoli e nell’hinterland il sistema starebbe imponendo il pizzo ad esercenti e piccoli imprenditori estorcendo materie di prima necessità al posto del denaro. Un fenomeno che radio mala attribuirebbe ai duri colpi inferti dallo Stato alle cosche operanti sul territorio: ingenti sequestri di beni immobili e mobili avrebbero impoverito storici clan, da qui la necessità di attingere beni alimentari per far fronte quanto meno alle spese per i detenuti e per le famiglie degli affiliati.

In realtà l’attuale stallo in cui la camorra attenderebbe le festività natalizie non lascerebbe presagire nulla di buono: aria di guerra tra gli Scissionisti di Secondigliano che dopo il pentimento del ras Gennaro Notturno (a cui tempo addietro è stato ammazzato il nipote 21enne Nicola Notturno, figlio del più celebre Raffaele considerato l’ideatore materiale della scissione con i Di Lauro) si sarebbero oltremodo indeboliti favorendo l’acerrimo nemico Marco Di Lauro, ormai primula rossa della camorra, che potrebbe essere tornato a Secondigliano proseguendo l’ormai lunga latitanza in quella che fu roccaforte del padre Paolo (Ciruzzo o’ Milionario).

Il rampollo dei Di Lauro, che avrebbe mantenuto contatti con i grossi cartelli Sud Americani della droga investendo in imprese sparse per l’Europa, potrebbe approfittare del momento per riappropriarsi criminalmente parlando dell’intera zona di Secondigliano e Scampia, ricreando l’impero economico che anni addietro fece del padre Paolo una leggenda all’interno della camorra.

Della serie: fame, sete di vendetta e venti di guerra all’interno di un sistema che ormai non avrebbe più regole precise e riferimenti apicali sul territorio.

Alfonso Maria Liguori

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