Cosimo Di Lauro è il mandante dell’omicidio di Mariano Nocera: nuova ordinanza in carcere

Nella circostanza a uccidere materialmente fu un commando composto da più killer tra cui Claudio Salierno, fedelissimo di Cosimo Di Lauro

Stamane presso l’istituto penitenziario milanese di Opera gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno notificato a Cosimo Di Lauro,( figlio del ras Paolo ,alias Ciruzzo o’ Milionario) una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato imputato, in qualità di istigatore e mandante, dell’omicidio di Mariano Nocera , avvenuto il 2 settembre 2004 a Napoli nel noto Rione Monterosa di Scampia.




Nella circostanza a uccidere materialmente fu un commando composto da più killer tra cui Claudio Salierno, fedelissimo di Cosimo Di Lauro. Le indagini sono state coordinate dalla DDA di Napoli, fortemente impegnata a far luce su delitti che seppure apparentemente datati sono alla base di logiche criminali che ancora oggi incidono sugli equilibri e i rapporti di forza tra clan.




L’opera di intelligence svolta dalla Polizia di Stato si è basata su indagini tecniche svolte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Napoli e sulle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che hanno permesso di far luce sull’omicidio di Nocera nonché sui retroscena che determinarono il passaggio del gruppo criminale Abbinante dal clan Di Lauro alla fazione malavitosa dei cosiddetti Scissionisti, all’epoca capeggiata dal clan Amato –Pagano. Nel 2004 infatti gli inquirenti scoprirono che Nocera smerciava quantitativi di cocaina acquistati da esponenti del gruppo Abbinante , anche identificato come i “maranesi”, ad acquirenti e spacciatori che agivano tra Napoli e la provincia.




Uno di questi era Vincenzo Arciello che grazie a Mariano Nocera riusciva ad acquistare cocaina a credito, fornendo in garanzia assegni post-datati che Nocera girava ai suoi fornitori. Il mancato pagamento della cocaina e il versamento di assegni rubati o a vuoto che i fornitori di Mariano Nocera tentarono di negoziare determinarono la reazione violenta da parte di quest’ultimo che la sera del 6 agosto 2004 uccise a colpi d’arma da fuoco Vincenzo Arciello dopo averlo convocato telefonicamente presso il Bar Zelinda.




La decisione di uccidere Arciello era stata presa da Nocera e messa in essere senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dei vertici dell’organizzazione : pertanto, temendo una ritorsione, si rivolse al suo amico Francesco Abbinante , chiedendogli d’intercedere con l’allora reggente del clan Di Lauro , ovvero Cosimo . Francesco Abbinante , latitante in quel periodo e lontano da Napoli, chiese a uno dei suoi uomini più fidati, Giovanni Piana , di recarsi da Cosimo Di Lauro per chiarire la vicenda.




Nella circostanza il giovane rampollo di Ciruzzo o’ Milionario pur fornendo garanzie per l’incolumità di Nocera diede poi successivamente l’ordine di eliminarlo. Nocera fu colpito alla testa ed al torace da vari colpi esplosi da una pistola a tamburo calibro 38, proprio per lanciare un chiaro ed inequivocabile messaggio : nessuno poteva commettere omicidi senza essere autorizzato dal capo del clan Cosimo Di Lauro in quanto solo lui poteva decidere della vita e della morte degli affiliati. Analoga risposta fu data da Giovanni Piana, per ordine di Cosimo Di Lauro , a Francesco Abbinante quando il boss chiese spiegazioni circa la promessa non mantenuta.




Tali retroscena sono stati pienamente confermati da Giovanni Piana nel corso del suo iter di collaborazione con la Giustizia. Quello sgarro fatto a Francesco Abbinante ebbe grande risonanza tanto da segnare la scissione di Abbinante e di tutti i suoi familiari detenuti dal gruppo Di Lauro. Il 28 ottobre 2004 segnò l’inizio della prima faida di Scampia dove gli appartenenti agli Scissionisti si fronteggiarono contro gli affiliati al Clan Di Lauro : una mattanza che lasciò dietro di se una profonda scia di sangue con oltre 100 morti ammazzati in meno di un anno e che vide cadere due dei più stretti collaboratori di Cosimo Di Lauro, ovvero Claudio Salierno e Fulvio Montanino .




Quest’ulteriore risultato investigativo testimonia la determinazione della DDA di Napoli e della Polizia di Stato di fare piena luce su tutti i fatti di sangue verificatisi nel corso delle tre faide di Scampia, evitando così che il trascorrere del tempo possa far cadere nel dimenticatoio crimini efferati che hanno macchiato la storia di questo capoluogo.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.