Castellammare, Vozza si dimette: “Non è una fuga, ho bisogno di riflettere”

Il testo integrale letto dall'ex consigliere comunale Salvatore Vozza. Al suo posto entrerà Michele Starace

vozza“La mia decisione di dare le dimissioni dalla carica di consigliere risale già ad un paio di mesi fa ma, nel rispetto profondo dell’assemblea eletta dai cittadini e dei consiglieri che la compongono, ho atteso la convocazione del consiglio comunale per consegnarle. Il mio non è un ripensamento circa gli impegni assunti nei confronti della mia città e nemmeno una fuga dall’impegno politico. È però in me maturata la convinzione di dover prendere una pausa di riflessione rispetto al lavoro serio e scrupoloso che è richiesto a chi ricopre un incarico elettivo, in particolare in questo momento così complicato per la vita politica non solo delle comunità del nostro Paese, si pensi al voto di domenica in Lombardia e in Veneto, ma dell’Europa tutta, cito – per fare solo un esempio – il difficile passaggio che sta vivendo la Spagna”. E’ chiaro l’ex sindaco di Castellammare, Salvatore Vozza, che ieri ha reso ufficiali le sue dimissioni.

“Inoltre mi lascia sgomento il vedere come problemi veri – quali la preoccupazione su ciò ci riserva il futuro (in particolare per i nostri giovani), il bisogno di sicurezza, la mancanza di lavoro, temi complessi e drammatici come quelli dell’ immigrazione e del terrorismo – stiano diventando occasione e argomento per alcuni per costruirsi consenso politico, prospettando una dimensione sempre più ristretta, come condizione indispensabile per potersi difendere e tutelare dai rischi esterni; quasi contrapponendo questa localistica dimensione, ai problemi e anche alle sfide che lo scenario globale si porta dietro: la ricchezza e le risorse del pianeta in mano a pochi, la nuova
frontiera dei diritti, dell’economia circolare, dell’ambiente.

Nel suo ultimo saggio Retrotopia Zygmunt Bauman scrive: «è un’epoca in cui il futuro si presenta sempre più incerto e minaccioso, lasciandoci in balia di un presente in cui – crollati tutti i progetti collettivi – l’idea di progresso si è completamente privatizzata». Ebbene, io sono convito, e per questa ragione ho fatto un accenno a questi temi, che è dalle realtà in cui operiamo che siamo chiamati a combattere queste tendenze, a creare nuova fiducia, partecipazione, a indicare la prospettiva di un futuro migliore. È la sfida che ha di fronte la politica per rinnovarsi; ed è anche la sfida di governo cui ci chiama Castellammare”.

“Noti i problemi della città”

“I problemi della nostra città – continua – li conosciamo tutti, sappiamo che hanno, in alcuni casi, radici antiche; nascono da percorsi complessi causati anche da scelte nazionali, regionali (per Fincantieri, Terme, fiume Sarno ad esempio è così), insieme – però – con errori commessi da noi, anche da chi come me ha avuto l’onore di fare il sindaco. E nascono però anche da una visione della politica e da un modo di costruire le coalizioni, che
punta a mettere assieme tutto il possibile pur di vincere, in un’ottica in cui si finisce per considerare il programma di governo e gli obiettivi da raggiungere aspetti secondari. Anche a causa di tutto ciò la città ha vissuto e ancora rischia di vivere una fase non breve d’instabilità.

Ne parlo per aver guidato nel 2005 una coalizione ampia che aveva alcuni di questi limiti iniziali e che mi hanno portato a provare le difficoltà e la fatica delle continue mediazioni. Sono considerazioni che non ho tenuto nascosto, rendendole pubbliche in alcune lettere, e che hanno rappresentato il leit motiv principale che mi ha guidato quando in occasione degli appuntamenti elettorali cui ho partecipato, bisognava costruire il programma, definire coalizione aperte e non fotocopia degli schieramenti nazionali, ed – in quest’ottica – a scegliere in anticipo la squadra di governo”.

“Cambiare la legge per le elezioni dei sindaci”

“Non aver vinto non mi ha fatto certamente piacere, ma sono ancora convinto che quella indicata, per chiunque si candidi a rappresentare una comunità, sia una strada da non abbandonare. E forse bisognerebbe metter mano, dopo oltre 25 anni, alla stessa legge per l’elezione diretta dei sindaci, per correggerne distorsioni e limiti e dare nuovo impulso al ruolo del sindaco e dello stesso consiglio comunale. È per l’esistenza di temi così complessi, come ho scritto all’inizio, che vivo il mio personale sentimento d’inadeguatezza a comprendere le dinamiche politiche che sono emerse anche nella vita di questo consiglio, ma anche e soprattutto perché in questi mesi non siamo riusciti ad ascoltarci, a parlare, a confrontarci sulle diverse opzioni in campo.

Sono ancora convinto che la sfida per dare una prospettiva alla nostra città passi per la capacità di coinvolgere l’insieme delle forze presenti in consiglio, senza alterare i ruoli sanciti dal voto, le tantissime energie che la città possiede in tanti campi, ma che si debba farlo su un progetto e un programma chiaro, realistico, con obiettivi concreti realizzabili attraverso pratiche di buona politica e trasparenza in tutti gli atti di governo.
Castellammare ce la può fare!

Auguri a Michele Starace

“Sono certo che l’ingresso in Consiglio di Michele Starace rappresenti un fatto positivo, si tratta di un giovane e bravo professionista che porterà in quest’aula anche l’esperienza politica maturata e fatta d’impegno svolto con serietà e capacità. Con Alessandro Zingone rappresenteranno come gruppo “Per Castellammare” un riferimento solido non solo per gli elettori che hanno sostenuto il nostro progetto, ma per l’intera città. Non entro nel merito degli argomenti che oggi sono stati trattati, sarebbe scorretto farlo. Vorrei solo sottolineare che dall’opposizione abbiamo provato a dare un contributo, a rappresentare uno stimolo positivo, a tenere sempre ben presente le condizioni della città e di non aver mai giocato allo sfascio, alla “politica” del tanto peggio, tanto meglio.

E tuttavia, devo sottolineare che anche quando le opposizioni hanno avanzato proposte, idee, la cosa che più ha fatto rumore non è stata l’asprezza dei toni alti dello scontro, bensì, il più delle volte, quelli bassi dovuti al silenzio e all’assenza. È prevalsa una sorta di regia rigida tesa ogni volta a rimarcare distanze e la convinzione che le proposte buone e da approvare non potessero che provenire dalla maggioranza. Non si può certamente accusare l’opposizione di aver disertato le riunioni del consiglio o quelle delle Commissioni; per ciò che mi riguarda alle 26-27 riunioni della commissione Urbanistica penso di essermi assentato non più di 2- 3 volte.

“Le nostre proposte”

“Allego – a futura memoria – alle mie dimissioni, solo un parziale bilancio – e della parzialità mi scuso con i consiglieri d’opposizione – delle proposte e delle iniziative messe in campo in questi mesi. Penso si tratti di un contributo delle opposizioni non demagogico e certamente non ispirato dalla voglia di creare false contrapposizioni per poi nascondersi sempre e solo dietro ai NO. Davvero voglio ringraziare i gruppi di opposizione per il lavoro fatto. Tengo a ribadire che sono semplicemente queste che ho provato ad illustrare le motivazioni alla base delle mie dimissioni; niente a che vedere con le fantasiose ricostruzioni che ho ascoltato e letto, mentre tralascio di menzionare quelle cattive: finiranno come tante volte è avvenuto nel posto che meritano.

Questa è anche l’occasione per salutare il Presidente del Consiglio, i consiglieri di maggioranza, la giunta, i mesi passati in consiglio mi hanno consentito di vivere un’esperienza umana importante, e per ringraziare i dirigenti e i dipendenti che si sono prodigati per agevolare il nostro compito. Al sindaco più di tutti, per la responsabilità che porta sulle spalle, e anche per i rapporti di amicizia che abbiamo costruito nel periodo in cui siamo stati all’opposizione nel 2010, auguro buon lavoro”.

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