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Ex Terme di Stabia, due istanze per il curatore Sequino: incontro e accesso agli atti

Fallimento della municipalizzata Terme di Stabia spa, per gli ex lavoratori del complesso due istanze nei confronti del curatore fallimentare Massimo Sequino nelle scorse ore.

I 42 ex termali che hanno intentato causa contro la Sint (la partecipata comunale che detiene i beni immobiliari di Terme), hanno presentato al tribunale di Torre Annunziata due istanze nelle ultime ore: una per fare un accesso agli atti relativi alla procedura fallimentare; la seconda è stata firmata e protocollata per ottenere un incontro con Massimo Sequino il rappresentante della curatela fallimentare delle Terme di Stabia, la municipalizzata fallita nel 2015.




Le richieste arrivano dopo la notizia dell’insinuazione al passivo della società stabiese da parte dei tre professionisti che elaborarono gli atti del concordato preventivo poi bocciato dal tribunale oplontino perché ritenuto “giuridicamente non fattibile”. Così sfumò l’ultima possibilità di salvare l’azienda e cento lavoratori sono rimasti senza lavoro. Il pool che si occupò del concordato, nonostante il buco nell’acqua, ha richiesto la somma di 75mila euro per il lavoro svolto.




Ed ora gli ex termali chiedono chiarimenti anche al curatore fallimentare Massimo Sequino, colui che firmò gli atti del licenziamento per via delle pressanti richieste di Comune e Sint per ottenere la restituzione dei beni delle Terme. Lo stesso Sequino nei giorni scorsi era atteso al tribunale di Torre Annunziata dopo essere stato chiamato a testimoniare ma il curatore ha disertato l’aula e l’udienza è stata rinviata a novembre.




“Chiediamo un incontro con il curatore fallimentare – hanno detto gli ex termali – perché per noi è fondamentale fare chiarezza sulla complessa vicenda del fallimento. Così abbiamo chiesto anche di fare accesso agli atti per ottenere tutta la corrispondenza intercorsa tra Sequino e Comune e Sint riguardo la restituzione dei beni aziendali. Vogliamo capire quale era l’urgenza di inviare le lettere di licenziamento quando poi la Sint poche settimane prima, a maggio, aveva rifiutato la restituzione dell’azienda ordinata dal tribunale”.




Gli ex termali mirano ad ottenere la riassunzione sostenendo che con il passaggio dei beni aziendali alla Sint ci sia stato un trasferimento d’azienda e così anche loro avrebbero diritto ad essere riassorbiti dalla municipalizzata guidata dall’amministratore unico Biagio Vanacore.



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