Questo il commento del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ex Presidente dell’Associazione Studenti Napoletani Contro la Camorra, che da tempo invoca la revoca della patria potestà “per salvaguardare i bambini che vivono in contesti dove regna la cultura camorrista”. “Chiediamo al Parlamento di andare – ha precisato Borrelli – anche oltre le indicazioni del Csm ampliando l’area di intervento e comprendendo tutte quelle famiglie dove i figli non crescono con i principi di legalità.
Pensiamo ai genitori dei componenti delle baby gang che, quando i figli vengono identificati, li giustificano sempre, parlando di bravate e di esagerazioni da parte delle forze dell’ordine, anche di fronte a reati gravissimi commessi dai figli”.
Sulla stessa linea il Pm Catello Maresca che nel corso di una diretta radiofonica ha dichiarato: “Togliere i figli ai camorristi potrebbe essere un modo per dare un’alternativa a bambini e ragazzi, anche se non è un discorso semplice e servirebbe un confronto con esperti per capire quale è la strada migliore da seguire nell’interesse dei minori, così come è difficile pensare a una norma che comprenda tutti i casi perché sarebbe sempre preferibile giudicare e prendere decisioni caso per caso”.
Per concludere le parole del Procuratore Nazionale Antimafia lasciano poco spazio ai fraintendimenti in merito ad una delicatissima questione di carattere etico – giuridico: “Sottrarre i figli minorenni ai nuclei familiari mafiosi è una prassi giudiziaria che ha portato risultati ottimi a Reggio Calabria e che va consolidata a livello nazionale. È necessario però prevedere strutture adeguate alle necessità di accogliere ed educare questi minori, allo scopo di fornire loro le condizioni per un avvenire migliore”.
Alfonso Maria Liguori