Incubo racket per le festività natalizie: altissima attenzione a Castellammare e Torre Annunziata

Condanne e tanti episodi hanno visto Valentino Gionta protagonista di guerre sanguinose con i clan rivali (in particolare con i Gallo) per il controllo degli affari illeciti

estorsione afragola pizzo racketCresce tra imprenditori e commercianti del vesuviano il timore di incorrere nell’odioso fenomeno del racket in occasione delle ormai prossime festività natalizie. Soprattutto tra Castellammare e Torre Annunziata il rischio di essere ancora una volta colpiti da un sistema senza scrupoli, complice la crisi economica in cui verserebbero storici clan della zona, sarebbe oltremodo rilevante.




Paesi in cui la Nuova Famiglia ha dettato legge per decenni, in cui ad le istituzioni faticano vistosamente a imporsi. Parliamo di sodalizi criminali emblematici della camorra, di boss del calibro di Valentino Gionta, il super boss, mai pentito, detenuto dal 2007 nel carcere di Novara al 41 bis. Nonostante la condanna e il fascicolo giudiziario che recita “fine pena mai” Valentino Gionta resta il leader assoluto sotto il profilo criminale di Torre Annunziata.




Grande alleato dei Nuvoletta di Marano Gionta è cresciuto alla corte di un altro padrino di camorra, Michele Zaza, zio dei potenti Mazzarella di San Giovanni a Teduccio e massimo esponente del contrabbando di sigarette a Napoli e in provincia.




Condanne e tanti episodi hanno visto Valentino Gionta protagonista di guerre sanguinose con i clan rivali (in particolare con i Gallo) per il controllo degli affari illeciti sul territorio. Il boss di Torre Annunziata è riuscito nel tempo a conquistare i vicoli della cittadina vesuviana entrando nella mente di una parte dei giovani che orbitano intorno al Santuario della Madonna della Neve situato nel cuore storico del paese.




Un padrino della camorra in grado di tener testa a capi storici del crimine organizzato del calibro di Antonio Bardellino, Carmine Alfieri, Mario Fabbrocino e Pasquale Galasso rispondendo colpo su colpo ad agguati spesso di violenza inaudita (come la famosa strage del 1984 in cui persero la vita numerosi affiliati dei “valentini” su mandato di Bardellino e su esecuzione materiale degli uomini di Alfieri).




Persino la NCO di Raffaele Cutolo dovette segnare il passo a Torre Annunziata dinanzi alla leadership criminale di Valentino Gionta: gli anziani che l’hanno conosciuto di persona raccontano di come “Valentino” abbia consentito a tanti giovani torresi di campare con il contrabbando di sigarette o inserendoli nel settore ittico (attività ufficiale del boss torrese). Una cosa è certa: al di là delle scontate considerazioni sull’equivoco dettato dall’ignoranza che confonde coraggio con viltà e onore con vergogna ancora oggi a Torre Annunziata Valentino Gionta gode di un prestigio criminale negato ad altri boss del paese.




“Noi siamo i valentini, gli altri, tutto il blocco non sono nessuno”. Uno slogan che per ovvie ragioni abbiamo italianizzato, facilmente udibile tra una parte dei ragazzi del centro storico di Torre Annunziata, tra gli scugnizzi che pur non conoscendo direttamente il super boss crescono nei racconti quasi epici attribuiti da nonni e genitori allo stesso. Una sub cultura a cui ad oggi le istituzioni hanno sempre risposto in modo insufficiente e lassista.




Rispettati dai Cesarano, D’Alessandro, Matrone e alleati (tra gli altri clan del vesuviano) con i Birra di Ercolano i Gionta sarebbero ancora ben ramificati in tutti gli strati della comunità torrese. Della serie: dall’ergastolo in regime di 41 bis Valentino Gionta è ancora il “re” (criminalmente parlando) di Torre Annunziata.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.