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Maxi blitz contro il clan Mallardo e gli Scissionisti: 19 misure cautelari

blitz clan mallardo camorraAlle prime luci dell’alba la Polizia di Stato ha messo in essere una massiccia operazione nei confronti del clan Mallardo e dei cosiddetti Scissionisti. Gli operatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e Firenze stanno eseguendo misure cautelari, emesse dal Gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di diverse persone, responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, della violazione della normativa sulle armi, di riciclaggio e di intestazione fittizia di beni.




E’ in corso di esecuzione altresì un sequestro preventivo di beni, tutti riconducibili al clan Mallardo. Il blitz, in maniera simultanea, ha visto interessate le città di Napoli, il comune di Giugliano in Campania, Firenze ed altre province toscane. Sarebbero 19 i soggetti colpiti da misure cautelari.




Tra i destinatari della misura il capo clan Francesco Mallardo e suo cognato, Liccardo Antimo, dipendente del Comune di Giugliano in Campania. Sottoposte a sequestro preventivo unità immobiliari, società operanti in vari settori, veicoli e rapporti bancari, per un valore stimato interno a 50.000.000,00 euro. Quando si parla dei Mallardo si toccano i vertici della malavita organizzata partenopea: c’è un particolare che rafforza enormemente il potere offensivo dei Mallardo, i rapporti familiari con i ras Eduardo Contini e Patrizio Bosti.




Un legame nato dal matrimonio di tre sorelle, Anna, Maria e Rita Aieta rispettivamente con i padrini della camorra Francesco Mallardo, Eduardo Contini ed Ettore Bosti. Un cartello criminale denominato Alleanza di Secondigliano sorto e strutturatosi attorno alla figura di Gennaro Licciardi che dopo la sua morte è stato sostituito a pieno titolo da un’altra donna, sua sorella, la sanguinaria Maria detta ‘a piccolina.




L’Alleanza di Secondigliano a metà degli anni Novanta con estrema ferocia e violenza tentò di conquistare Napoli e il suo hinterland, scatenando una guerra che toccò l’apice con le autobombe del rione Sanità. Un sogno e una brama di potenza mai accantonati, anzi con l’accordo con i Casalesi, esteso anche al casertano, all’area laziale e toscana. Cosche talmente potenti da produrre volumi d’affari degni di una multinazionale in attivo: un potere economico che avrebbe consentito nel tempo all’Alleanza di Secondigliano di corrompere politici, amministratori, imprenditori e infedeli servitori dello Stato.




Un super clan talmente ramificato nella cosiddetta Società Civile da avere “metastasi” in ogni settore della stessa. Insospettabili professionisti al soldo di criminali senza scrupoli, sul libro paga di una camorra di cui ad oggi si conosce ben poco, soprattutto per quanto riguarda le identità degli insospettabili colletti bianchi del sistema in molti casi legati alla massoneria.

Alfonso Maria Liguori



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