«Con ogni mezzo di trasmissione idoneo ad assicurare la necessaria diffusione di messaggi» sono attuate le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni, come prescrive la legge 150/2010.
Per il Comune di Torre Annunziata, alle porte del 2018, basta un avviso pubblicato sul sito istituzionale. A cinque mesi dall’elezione del nuovo sindaco, Vincenzo Ascione, ancora non c’è un ufficio stampa che si occupi della diffusione delle notizie di pubblico interesse.
L’organo in questione non è obbligatorio, certo. Ma nell’era dell’informazione social, della massima diffusione in pochi istanti, del principio della trasparenza che ha soppiantato il paradigma “segreto e silenzio” della prima Repubblica, l’assenza di uno strumento apposito per la comunicazione con gli organi di stampa è a dir poco obsoleta, oltre che anacronistica.
Forse il problema per il Comune non si pone. Tanto per la diffusione tramite giornali, ancora i più efficaci, ci sono i contatti con le testate vicine all’amministrazione. Bastano e avanzano. Tutto il resto è noia. Via l’ufficio stampa, non serve più. E i nati senza camicia? Che si arrangino! Così Palazzo Criscuolo pubblica un avviso per la ricerca di sponsor a sostegno della notte bianca e lo storico mercatino dell’Annunziata. Il giornale di governo lo pubblica, et voilà!
La conoscenza per l’accesso ai servizi pubblici; la promozione delle «conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale» sono fatte. Gli altri possono prendere spunto da lì. E passare pure per copioni.
Roberta Miele