Bomba a Napoli sventra un bar in pieno centro: ipotesi racket

Rintracciato il fratello del proprietario, a sua volta titolare del bar, che ha riferito agli agenti di non aver mai ricevuto minacce. Si stanno visionando le immagini delle telecamere

Esplosione di un ordigno, la scorsa notte, davanti ad un bar di via Pessina, nel centro di Napoli. Secondo quanto al momento accertato dalla Polizia di Stato, lo scoppio è avvenuto alle ore 3.25 davanti allo “Shabby Cafè’”, al numero civico 75: la detonazione ha provocato la rottura dei finestrini di un’automobile e degli infissi del primo piano.

Rintracciato il fratello del proprietario, a sua volta titolare del bar, che ha riferito agli agenti di non aver mai ricevuto minacce. Si stanno visionando le immagini delle telecamere sia interne che esterne. Sono intervenute sul posto le volanti dell’Upg: sull’accaduto indagherebbero gli 007 della Squadra Mobile di Napoli.




Successivamente i Vigili del Fuoco hanno controllato eventuali danni alle strutture attigue mettendo in sicurezza le balconate coinvolte. Francamente un episodio che non meraviglia più di tanto chi conosce realmente la realtà partenopea: occorre sottolineare questo triste aspetto per non incorrere in narrazioni falsate e ben lontane dalle reali emergenze comunitarie.




Al di la dei proclami politici di qualche amministratore in cerca di gloria, dell’impegno eroico delle associazioni disseminate sul territorio a Napoli l’emergenza sicurezza continua ad imperare in tutta la sua drammaticità. Tra baby gang e vecchi clan di camorra dal centro storico alla periferia è un susseguirsi di rapine, furti, atti intimidatori e aggressioni che puntualmente la politica ridimensiona paventando un rinnovamento cittadino che solo lei forse scorge.




Non vorremmo parlare di vergognosa farsa ma ormai ci siamo molto vicini: folle solo pensare che qualche addetto ai lavori abbia deciso di risolvere il problema criminalità a Napoli puntando sulla sola repressione. Lo ribadiremo fino alla nausea: senza occupazione, adeguata scolarizzazione e sana aggregazione il match con il crimine organizzato è perso in partenza.




Il problema è che per comprendere certe vergognose dinamiche bisogna viverle, non sfiorarle magari con la scorta e in auto blu. Camminare in alcune zone di Napoli soprattutto all’imbrunire fa paura così come transitare nelle vicinanze di quartieri ghetto dove sovente si rischia di essere “fermati” o quanto meno scortati dalle vedette del sistema. Questo è quanto: il resto serve solo a riempire i discorsi di qualche trombone politico in periodo elettorale.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.