Un giovane 22enne spagnolo è stato avvicinato sabato notte mentre transitava in piazza San Domenico a Napoli, luogo della movida giovanile, da alcuni malviventi che gli avrebbero intimato di consegnare il telefonino. Lo spagnolo avrebbe reagito ingaggiando una colluttazione con i rapinatori: il 22enne avrebbe avuto la peggio venendo colpito alla testa da un oggetto appuntito.
Per la vittima si sono rese necessarie cure ospedaliere con prognosi di 10 giorni per la ferita lacero contusa. Sul caso indaga la polizia. Sempre nella serata di sabato si sarebbero verificati altri due episodi di sangue. Un 17enne sarebbe stato picchiato e accoltellato ad un fianco. Il giovanissimo, residente ad Arzano, sarebbe stato aggredito da una baby gang. A soccorrerlo i militari in servizio per l’operazione Strade Sicure.
Ancora ad essere trafitto da un coltello un 15enne di Qualiano sempre nelle strade della movida napoletana, nella centralissima piazza Vittoria. Ormai è piena emergenza sicurezza a Napoli e nell’hinterland, un dato che francamente non meraviglia più nessuno. Se le istituzioni credevano di risolvere il problema della violenza sul territorio riempiendo Napoli di uniformi questa è la triste risposta all’insensato proposito.
Lo ripeteremo all’infinito per onestà intellettuale: senza occupazione, adeguata scolarizzazione e sana aggregazione il match con il malaffare è perso in partenza. Insieme al sistema camorristico propriamente detto negli ultimi tempi è riesploso il fenomeno della microcriminalità: diffusa, devastante e dalle capacità offensive oltremodo rilevanti, questa piaga sociale non risparmierebbe nessuno, dagli anziani ai disabili, dagli studenti alle casalinghe.
Il problema è che la gente onesta comincia ad essere esasperata: non vorremmo che la città si trasformasse in Far West con giustizieri di turno pronti a sostituirsi alle forze dell’ordine. Un rischio concreto che dovrebbe seriamente far riflettere chi governa Napoli a livello centrale e locale.
Alfonso Maria Liguori