“Vertenza ex Nola Ambiente, bloccata legge in cui la Regione sconfessava se stessa”

L’impianto è stato rilevato dalla Gori, ha sottolineato che non sono state attuate le procedure di riassorbimento dei lavoratori ex Nola Ambiente secondo quanto previsto dalla normativa regionale

“E’ un caso più unico che raro quello in cui un Ente sconfessa se stesso, violando palesemente una legge partorita dalla sua maggioranza e, nello stesso tempo, calpestando i sacrosanti diritti di 50 lavoratori. L’ente in questione è la Regione Campania e i lavoratori che hanno rischiato di fare le spese di questa sempre più scellerata gestione amministrativa sono i dipendenti della Nola Ambiente”.




E’ quanto rivela il consigliere regionale M5S e componente della Commissione Attività produttive Gennaro Saiello, che da tempo ha sposato la vertenza degli operatori dell’azienda dell’area nolana di Boscofangone. Vertenza oggetto del question time nell’aula del Consiglio, nel corso del quale Saiello, nel ricordare che l’impianto è stato rilevato dalla Gori, ha sottolineato che non sono state attuate le procedure di riassorbimento dei lavoratori ex Nola Ambiente secondo quanto previsto dalla normativa regionale che prevede che “il personale che opera nel settore dei servizi idrici è soggetto al passaggio diretto ed immediato al gestore del servizio idrico integrato con la salvaguardia delle condizioni contrattuali, collettive e individuali in atto”.

“Smentendo se stessa – denuncia Saiello – e in linea con i principi di confusione e approssimazione che ispirano questo governo regionale, il concordato siglato con Regione e Gori ha stabilito che il personale verrà assunto ex novo, con conseguente azzeramento dei diritti acquisiti e dell’anzianità di servizio. Un paradosso che siamo riusciti a bloccare impegnando la Regione, nella persona del vicepresidente Fulvio Bonavitacola, a rivedere gli accordi”.




“Ora bisogna far presto – conclude il consigliere M5S – perché sono già in atto le procedure di licenziamento, scattate il 25 ottobre. Procedure non ancora ritirate dall’azienda, in quanto la Regione ha inviato una generica nota di rinvio della consegna dell’impianto a Gori senza imporre, nel frattempo, il ritiro dei licenziamenti. I lavoratori sono giustamente preoccupati per il loro destino. Non permetteremo che persone che hanno sacrificato ben 25 anni della loro vita lavorativa, vedano cancellati sacrosanti diritti maturati, così come non consentiremo che venga violata una legge, tra l’altro dallo stesso ente che l’ha approvata e sponsorizzata”.



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