Sei giovanissimi feriti da colpi di arma da fuoco: è il bilancio di una sparatoria avvenuta la scorsa notte in via Carlo Poerio, nel quartiere Chiaia, tra i crocevia più affollati della movida napoletana. Sull’episodio indaga la polizia: a quanto pare gli spari sarebbero avvenuti in seguito a una lite tra due comitive. Coinvolto un gruppo di ragazzi tra i 14 e i 19 anni, alcuni dei quali provenienti dall’hinterland partenopeo e già noti alle forze dell’ordine.
Il ferito più grave è un sedicenne, colpito al torace, ricoverato con prognosi riservata. Ferita al petto anche una ragazza di 19 anni, che dovrà essere operata per estrarle un proiettile dal seno. Nel bilancio dei feriti anche un ragazzo che ha riportato la frattura del setto nasale, probabilmente in seguito a una caduta. Non si riesce ad arrestare l’ondata di violenza che ormai sinistra scorre tra i giovanissimi figli di Napoli: scontri tra gruppi per l’affermazione della propria superiorità nel branco testimoniano quanto ormai dilaghino modelli comportamentali abietti figli di logiche camorristiche forse amplificate da note fiction a tema.
In contesti a limite della vivibilità dove a regnare da sempre è il sistema e la prevaricazione violenta bombardare le nuove leve con immagini mediatiche forti può in molti casi equivalere a pubblicizzare incredibilmente lo stesso crimine organizzato.
Non discutiamo sui buoni propositi di chi al contrario vorrebbe attraverso i personaggi sottolineare la scelleratezza di un certo modo di rapportarsi alla vita ma il risultato finale, data la particolare parentesi storica attraversata dal Paese, rischia di essere opposto. Giovani boss compiono, vivendo nel lusso più sfrenato, carriere criminali lampo essendo rispettati ( in realtà temuti) da buona parte della società : ville , macchine e moto potenti, vestiti griffati, investimenti sparsi per mezzo mondo.
E chi più ne ha più ne metta. Se paragoniamo questo tenore di vita all’attuale recessione economica che penalizza principalmente la classe operaia il gioco è fatto. Non si correrebbe questo rischio se si respirasse nel pubblico un’aria pulita, potendo fare affidamento su politici e istituzioni. Ma troppo spesso così non è : i media quotidianamente propongono casi di corruzione, collusione, mala sanità, inefficienza operativa che vedono protagonisti in negativo pubblici funzionari, governanti, imprenditori e infedeli servitori dello Stato. Ed ecco che una parte dei giovani che non può contare su famiglie sane e basi affettive solide finisce con il cadere facile vittima dei camorristi , delle lusinghe di un costume di vita che inesorabilmente conduce in carcere o alla tomba.
Alfonso Maria Liguori