“La barella è solo un mezzo di trasporto e l’attesa odierna per un ricovero dal Pronto Soccorso con delle tempistiche che superino intere giornate (in vece delle 4-6 ore necessarie all’inquadramento ed alla diagnosi) è inaccettabile. Le scriventi segnalano che vi sono una serie di nodi che Le Direzioni non hanno ancora affrontato: da mesi stiamo avendo incontri con la Direzione Strategica per avere delle risposte a tale problematica come si evince dai verbali senza avere un riscontro ad impegni presi; la carenza di personale nei Pronto Soccorso (e nei reparti); carenza per non dire assenza di operatori socio sanitari” spiegano i sindacati.
“Risolvere queste questioni – continuano – spostando la problematica barelle dal Pronto soccorso ai reparti di degenza non serve, o serve solo a spostare i riflettori mediatici su un problema gravissimo. Nel Pronto Soccorso così come nei reparti il personale non è numericamente adeguato, non vi sono gli spazi previsti (non c’è il campanello, ossigeno, monitor, prese di servizio, comodino, armadio, lenzuola cuscino reggi flebo ecc) e gli spazi dovuti alle manovre assistenziali (anche in riferimento alle norme di evacuazione per terremoti o incidenti) e per le manovre d’urgenza in caso di arresto cardiaco o respiratorio dei pazienti”.
“E’ stato presentare il DVR?”
“A tal proposito sarebbe interessante per dette criticità (che determinano dei seri risvolti giuridici di natura penale e civile sull’Azienda e sul personale) richiedere un illuminato parere alla funzione del Risk Managment, così come è bene chiedere alla direzione sanitaria ed a quella Strategica Aziendale se abbiano redatto il “Documento di Valutazione dei Rischi” o “DVR” che è un obbligo imprescindibile del Direttore Sanitario (art.li 17, 28 e 29 D.Lgs 81/08) che nello specifico non ha rilevato, individuato e quantificato i pericoli connessi alle attività svolte con le correlazioni probabilistiche che ciascun pericolo si tramuti in danno, tenuto conto dell’entità del potenziale dell’elemento barelle”.
“Ci sentiamo di supportare la sommessa protesta degli operatori (che nasce dalla volontà di tutelare l’incolumita del paziente) e che non possono passare per disfattisti o quelli che non vogliono accettano le innovazioni quando il loro obiettivo principale è garantire la sicurezza assistenziale che il protocollo sulle barelle non garantisce. In due righe il personale non ci sta ad essere bastonato, umiliato e a sobbarcarsi delle responsabilità penali e professionali per una sanità sbagliata”.