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Crisi delle imprese a Napoli, Moretta: “Il ruolo dei commercialisti sempre più centrale”

“Con la riforma del diritto fallimentare, il Tribunale delle Imprese assume un ruolo decisivo nelle crisi d’impresa, andandosi a occupare delle grandi aziende in difficoltà. In questo ambito si rivelerà decisivo il ruolo dei commercialisti, che saranno a chiamati, attraverso i controlli, la revisione e il Collegio sindacale, a verificare lo stato di salute delle imprese. E anche l’imprenditore avrà maggiori tutele e una seconda possibilità”.




Lo ha detto Vincenzo Moretta, presidente Odcec Napoli, nel corso del convegno “Il ruolo del Tribunale delle imprese nella crisi d’impresa”, organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli.

“La specializzazione dei professionisti – ha evidenziato Liliana Speranza, consigliere Odcec Napoli – si rivela sempre più necessaria. Questa è una materia molto delicata ed è importante che ci sia un Albo di esperti pronto ad aiutare le imprese a riprendersi dai primi sintomi negativi. Intervenendo rapidamente si potrà evitare la crisi di tante imprese”.




Tonino Ragosta, presidente Commissione Tribunale delle Imprese Odcec Napoli, ha sottolineato: “Finalmente, per la garanzia e la tutela delle parti in causa, il Tribunale delle Imprese sarà coinvolto tutte le volte in cui nascerà un contenzioso in materia societaria. Si affronteranno temi delicati come brevetti, antitrust, contratti di appalto nel settore pubblico e il Tribunale sarà competente anche in materia di contenzioso bancario”.

Roberto Rustichelli, giudice del Tribunale delle Imprese della Campania, ha rimarcato come “d’ora in avanti il Tribunale delle Imprese interverrà nelle srl, nelle liquidazioni coatte e più in generale sostituirà le competenze del tribunale fallimentare”.




Mentre per Mario Santaroni, docente in Crisi di Impresa presso l’Università degli Studi Milano Bicocca, “il passaggio al Tribunale delle Imprese non innova in modo radicale, anzi ritengo che il mantenimento della competenza presso le sezioni fallimentari avrebbe assicurato una competenza maggiore e non avrebbe aggravato il lavoro del Tribunale delle Imprese”.



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