La crescita delle imprese è frenata dalla camorra: massimo allarme in Campania

Diverse evidenze investigative dimostrano quanto i clan camorristici continuino a frenare, attraverso l’usura e le estorsioni, il percorso verso un’economia legale

La crescita esponenziale delle attività imprenditoriali campane è ancora fortemente penalizzata dalla camorra: questo triste dato emerge dalle pagine dell’ultima relazione della DIA al Parlamento. Nello specifico si sottolinea come le organizzazioni camorristiche continuino a rappresentare un freno notevole per la crescita sociale ed economica del territorio. Le diverse modalità attraverso cui i clan si manifestano da un lato, una miriade di micro aggregati camorristici, in guerra aperta per le piazze di spaccio; dall’altro, una camorra proiettata ad infiltrare l’economia e la pubblica amministrazione.




Due aspetti della questione che trovano un comune denominatore nella capacità di condizionare le fasce più esposte della popolazione. Diverse evidenze investigative dimostrano quanto i clan camorristici continuino a frenare, attraverso l’usura e le estorsioni, il percorso verso un’economia legale, scoraggiando gli investimenti produttivi dei privati e contribuendo al mantenimento di un’immagine negativa del territorio a livello nazionale ed internazionale.

Inoltre, l’esportazione dei proventi delle attività illecite in altre aree del Paese secondo logiche criminali, unita ai mancati investimenti dei privati, potrebbe deprimere ulteriormente l’economia locale. Si prospetta, così, una strategia affaristica della camorra che tende ad inglobare, nelle proprie compagini e con sempre maggior frequenza, figure professionali e imprenditoriali che, potendo contare sull’appoggio dell’organizzazione, mirano ad ottenere vantaggiose autorizzazioni amministrative o a sviare i controlli della pubblica amministrazione.




Emblematico, al riguardo, il settore dei rifiuti, ambito nel quale alcuni operatori sono riusciti, grazie all’appoggio dei clan, a moltiplicare i guadagni smaltendo illegalmente i propri rifiuti aziendali (anche pericolosi), per risparmiare sui costi di smaltimento o recupero. Un’attività illegale su cui occorre mantenere alta la vigilanza, visto l’interesse anche di imprenditori non campani ad usufruire di tale “servizio” criminale. Altri effetti distorsivi del mercato potrebbero realizzarsi attraverso nuovi e più sofisticati meccanismi di imposizione della vendita di determinati marchi e prodotti agli esercizi commerciali.

La camorra si conferma l’organizzazione più attiva, tra quelle italiane, nella produzione e distribuzione dei prodotti contraffatti, in quanto strutturata per garantire relazioni internazionali, scegliere i luoghi di produzione, gestire le vie di transito ed optare per i migliori mercati di sbocco. Non è infrequente che le organizzazioni camorristiche si servano, per il confezionamento finale, delle numerose realtà artigianali presenti nell’area metropolitana di Napoli e, per la vendita, di una rete di commercianti, in alcuni casi ambulanti, obbligati alla vendita della merce contraffatta in aggiunta o in sostituzione al pagamento della tangente o come corrispettivo per la protezione da parte del clan locale. Si tratta di una strategia che la camorra potrebbe replicare anche in altre aree del territorio nazionale e all’estero.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.