Palma Campania: riparte il recupero dell’Acquedotto Augusteo

I lavori lungo il tracciato del manufatto d’epoca romana, iniziati il 20 ottobre 2016, in località Tirone, si erano interrotti

Sono ripartiti a Palma Campania gli interventi di recupero e manutenzione dell’Acquedotto romano del Serino. I lavori lungo il tracciato del manufatto d’epoca romana, iniziati il 20 ottobre 2016, in località Tirone, si erano interrotti a causa delle controversie nate tra i proprietari dei terreni attraversati dalla condotta e la Soprintendenza archeologica campana, che ha competenze sull’opera.




Lo stop agli interventi per un lasso di tempo notevole ha messo a rischio i finanziamenti erogati dalla Presidenza del Consiglio. Fondi che ammontano a cinquantamila euro e che dovrebbero bastare per assicurare il termine dei lavori entro il 31 dicembre 2017. Per il sedici aprile 2018, invece è previsto il collaudo definitivo dell’opera il cui interesse archeologico è di indubbia valenza.

Costruito in età augustea, tra il 44 avanti Cristo e il 14 dopo Cristo, per volere di Augusto che in quel modo poteva rifornire la flotta romana del Mediterraneo acquartierata a Miseno, è uno dei più lunghi del suo genere. Misura difatti circa 96 chilometri. Parte da Serino e arriva sino alla Piscina Mirabilis. Lungo il percorso riforniva numerose e importanti città campane tra cui, in area vesuviana, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e Boscoreale. L’acqua, per caduta, arrivava a Pompei tramite un’altra cisterna romana oggi conosciuta come Pozzopagnotti.




Uno degli ultimi tratti della condotta è stato scoperto qualche anno fa proprio sotto l’area napoletana del rione Sanità. Gli altri tratti che nel corso degli anni sono stati riportati alla luce e che avrebbero bisogno di restauri come quello di località Tirone, si trovano inseriti in proprietà private. A Sarno, ad esempio, in località Mura d’ Arce sono ancora ben visibili gli archi appartenuti a questa grande opera di ingegneria idraulica. Restano all’erta associazioni culturali e cittadini che puntano a una possibile apertura del sito a visite e a manifestazioni teatrali.

Romilda Barbato



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