Torre Annunziata : realtà vesuviana in cui la camorra è ancora drammaticamente presente in tutta la sua capacità distruttiva. Secondo recenti relazioni della DIA al Parlamento nel comprensorio di Torre Annunziata si conferma l’operatività dei contrapposti sodalizi Gionta (i Valentini) e Gallo (i Cavalieri) e delle famiglie Venditto (i Bicchierini), Tamarisco (i Nardiello) e CHIERCHIA (i Fransua, alleati dei GIONTA).
Le attività criminali prevalenti sono le estorsioni e il traffico di stupefacenti, trattandosi di un’area di snodo per l’approvvigionamento della droga. Lo stato di detenzione dei vertici dei clan storici, con la conseguente esigenza di rimodulare l’organizzazione, avrebbe favorito l’emersione di nuovi gruppi. Nel corso dell’anno si è registrato, infatti, il tentativo di radicarsi sul territorio da parte di un sodalizio facente capo alla famiglia Perna , composto da giovanissimi fuoriusciti dei Gionta , autoproclamatosi Terzo Sistema .
Questa iniziativa sarebbe alla base di una situazione di fibrillazione con l’ex clan di appartenenza, che mal tollerava la presenza di un’ulteriore consorteria i cui componenti agivano in autonomia, spendendo tuttavia il nome dei Gionta a fini intimidatori. Ad allentare lo stato di tensione hanno contribuito gli arresti dei vertici del gruppo Perna .Un altro sodalizio, originario del Rione Provolera (roccaforte dei Chierchia ) si sarebbe fatto spazio a Torre Annunziata con metodi estremamente violenti arruolando malviventi generalmente dediti a crimini minori .
Indagini e conseguenti provvedimenti cautelari hanno invece confermato la specializzazione nel traffico di droga del gruppo Tamarisco . L’ordinanza ha riguardato un traffico internazionale di cocaina, in concorso con una compagine criminale collegata alla ‘Ndrangheta Jonico-Reggina (Pelle-Vottari di San Luca) con la quale i Tamarisco avrebbero stipulato un accordo per l’acquisto di partite di cocaina destinate al mercato partenopeo.
Solo alcune aree di una geografia criminale che testimonia il livello raggiunto dai clan oplontini. Un vero e proprio impero del malaffare che già in passato aveva scomodato il defunto capo di Cosa Nostra Totò Riina per appianare alcuni contrasti tra i Gionta , referenti della mafia siciliana a Torre Annunziata, e i Gallo Cavalieri.
Alfonso Maria Liguori