Camorra in assetto di guerra nell’area occidentale di Napoli, ovvero nei quartieri Fuorigrotta, Bagnoli, Pianura, Soccavo, Rione Traiano. In questa zona si registrano focolai di tensione dovuti a profonde modifiche nella geografia criminale, ascrivibili ad arresti di capi clan ed a conseguenti mutamenti nei rapporti di forza.
Più in dettaglio, nell’area di Bagnoli e Cavalleggeri d’Aosta, l’arresto del figlio del capo del clan D’Ausilio, Felice, avvenuto il 19 dicembre 2016 a Marano , ha posto fine al progetto di riprendere il controllo delle attività illecite nella zona flegrea, ricompattando vecchi e nuovi sodali per riaffermare la leadership sul territorio e fronteggiare il contrapposto gruppo Giannelli ( retto dal boss Alessandro, attualmente detenuto e secondo indiscrezioni prossimo alla scarcerazione) .
Prima del citato arresto, la tensione tra i Giannelli e i D’Ausilio si era particolarmente riacutizzata. Il primo clan rappresentava infatti un ostacolo alle mire espansionistiche del gruppo rivale, in quanto, oltre a imporsi nella zona di Cavalleggeri d’Aosta, mirava ad assumere un ruolo centrale nello scacchiere criminale di tutta la periferia occidentale napoletana, tessendo alleanze con altri sodalizi di Pianura e del Rione Traiano. La situazione è diventata particolarmente incandescente proprio nella citata zona di Cavalleggeri d’Aosta, frazione a metà strada tra Fuorigrotta e Bagnoli e teatro, già all’inizio del 2016, di efferati fatti di sangue e reiterate sparatorie, con raffiche di kalashnikov per le strade e sulle facciate di edifici.
Oltre che con i D’Ausilio , il gruppo Giannelli si è scontrato con la famiglia Monti, i cui componenti sono stati vittime di attentati incendiari e spari di colpi d’arma da fuoco contro le loro abitazioni, a cui è stato risposto con azioni di pari violenza. Vittima di uno degli agguati è stato anche il figlio minore di Alessandro Giannelli , ferito a maggio 2016 da colpi d’arma da fuoco. Per tale episodio, il successivo 4 agosto è stato arrestato uno degli autori, legato alla famiglia Monti, che avrebbe agito per vendicare i numerosi atti intimidatori subiti da quest’ultimi.
A Bagnoli va segnalata anche la presenza del gruppo Esposito. Stesso clima di tensione si registra a Fuorigrotta, come attestato dai sequestri di munizioni e di armi, molte delle quali ad alta potenzialità offensiva. La geografia criminale dell’area in parola può essere, al momento, così riassunta: la zona intorno allo stadio San Paolo risulta controllata dal clan Zazo; la parte antica del quartiere, il Rione Lauro, dal gruppo Iadonisi, (dedito alla gestione delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti) mentre il sodalizio Baratto-Bianco è presente nel circondario tra via Giacomo Leopardi e via Cumana.
Ai Baratto-Bianco è aggregata la famiglia Cesi , a sua volta in buoni rapporti con il clan Giannelli. A Pianura, l’interesse principale dei gruppi antagonisti rimane il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni. Il clan egemone dei Pesce-Marfella continua ad essere in aperto scontro con la famiglia Mele, con cui si sarebbero schierati i clan Lago e Giannelli. Altro gruppo presente sul territorio è il clan Romano, il cui capo era stato organico ai Mele. Nell’ambito di questo antagonismo, un componente della famiglia Romano è stato ferito a Pianura, il 10 dicembre 2016, nei pressi della sua abitazione; un altro pregiudicato è stato ucciso il 13 dicembre successivo, sempre a Pianura.
A Soccavo, indebolito dai numerosi arresti il clan Grimaldi , continua ad operare il sodalizio Vigilia, a sua volta in contrasto con il gruppo Sorianiello . Nel rione Traiano, altro importante snodo per il traffico di stupefacenti, si sono verificati attentati dinamitardi, rinvenimenti di esplosivi, armi e munizioni e “stese” da parte di giovani a bordo di moto, che hanno causato il ferimento di passanti. Una delle cause di questo ulteriore stato di tensione è da ascrivere alla scissione dal sodalizio Puccinelli-Petrone del gruppo Basile -Lazzaro, che si sarebbe appropriato di una partita di droga, di armi e di una cospicua somma di denaro; azione cui avrebbe dovuto seguire l’omicidio di due elementi di spicco del gruppo Puccinelli-Petrone.
Il progetto omicida non è andato a buon fine per l’arresto, ad agosto, degli organizzatori, “festeggiato” dal gruppo rivale con una “stesa”, nel corso della quale sono rimaste ferite due persone, completamente estranee alle dinamiche criminali. Altro gruppo contrapposto ai Puccinelli-Petrone è formato dalle famiglie Legnante -Carillo-Ivone. La famiglia Legnante , in particolare, si sarebbe allontanata dai Puccinelli per dissidi sulla spartizione dei proventi legati allo spaccio di droga, per poi allearsi con la famiglia Ivone, originaria di Pianura, a dimostrazione della trasversalità territoriale delle alleanze.
Alfonso Maria Liguori