In campo le formazioni del Savoia, dell’Afro Napoli e dell’ Ordine dei Giornalisti in una manifestazione dall’alto contenuto sociale come precisa Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo : “Scuole, cittadini, giovani, vecchie glorie del Savoia tutti insieme per testimoniare solidarietà alle famiglie delle vittime innocenti di camorra in nome della legalità e della giustizia. Un’occasione per stare insieme , per credere in un domani migliore a dieci anni dall’assurda morte di mio marito Peppe.
Il mio pensiero va a tutte le persone che come me si sono trovate a vivere un incubo tanto spaventoso, ai disagi e alle difficoltà di chi è stato privato di un affetto insostituibile dalla mano cinica della camorra che non conosce pietà alcuna. Dallo stadio “Giraud” vogliamo lanciare un messaggio di speranza alle nuove leve torresi, ai giovani che erediteranno questi luoghi, ricchi di storica e cultura, troppe volte macchiati da vicende legate al crimine organizzato e alla prevaricazione violenta”.
Sermino non nasconde profonda commozione per un evento dedicato non solo alla memoria di Giuseppe Veropalumbo ma a tutte le vittime innocenti delle mafie : “ Ognuno di noi – ha precisato Sermino – deve offrire il proprio umile contributo alla causa dimostrando come la società civile sia sempre viva e pronta ad andare incontro alle esigenze di chi versa in difficoltà. Speranza contro rassegnazione, voglia di fare contro fatalismo rinunciatario, in una continua sensibilizzazione “alla vita” all’interno di contesti dove ancora si tende “alla morte”, ovvero all’acquisizione di modelli comportamentali mafiosi.
In memoria di tutte le vittime innocenti di camorra vogliamo gridare forte ancora una volta il nostro slogan : “ Non siamo come voi”, crediamo nella giustizia e siamo pronti a qualsiasi sacrificio per salvare i nostri giovani dalla strada. Avanti tutta quindi, nel sano associazionismo, nello sport e in qualsiasi altra forma di costruttiva interazione che abbia come principale finalità la tutela dei più deboli, dei più colpiti. Persone che non devono mai più sentirsi sole, abbandonate da tutti dopo essere state ingiustamente colpite dalla camorra”.
Alfonso Maria Liguori