Izzo, che già da alcuni anni si sta interessando degli effetti della luce sulla crescita delle piante, ha lavorato assieme a due altri suoi colleghi, Sara De Francesco e Leone Romano, napoletani, della facoltà di Agraria di Portici, una delle più belle realtà scientifiche del Sud dell’Università Federico II di Napoli. Il gruppo è coordinato dalla professoressa Giovanna Aronne, docente di Botanica al Dipartimento di Agraria della facoltà porticese, diretto dal professor Matteo Lorito. Il progetto del gruppo di scienziati italiani, che è stato messo a punto con gli studenti del locale liceo scientifico Filippo Silvestri, ha come obiettivo quello di fare mettere radici in maniera normale alle piantine di carota che si svilupperanno sulla stazione spaziale.
Questo significa che mentre una pianta di norma mette le radici sotto terra, nello spazio,
Se la navetta non partisse nel giorno stabilito, l’esperimento dovrà essere rinviato a gennaio. I risultati si conosceranno quando le piantine sviluppate troneranno sulla terra, dopo l’epifania del 2018. La sperimentazione porterà grossi benefici sia nella conoscenza delle tecniche da usare per costruire serre spaziali dove si produrranno alimenti, ossigeno e acqua per gli astronauti sia quando si tratterà di usare energia e fertilizzanti sulla terra, al fine di ottenere rese maggiori a fronte di impieghi ridotti delle chimica.