Gli stranieri si “allargano”: extracomunitari nel mirino della camorra a Napoli

Una parte degli stranieri irregolari comincerebbe ad “allargarsi eccessivamente”, disturbando i clan del centro (e non solo) con risse continue, furti e scippi

arresto extracomunitario, nero, negro, di colore, africanoScrezi tra la camorra napoletana e gruppi extracomunitari : secondo alcune indiscrezioni trapelate da ambienti vicini al sistema una parte degli stranieri irregolari comincerebbe ad “allargarsi eccessivamente”, disturbando i clan del centro ( e non solo ) con risse continue, furti e scippi che avrebbero messo in allarme i residenti.




L’impressione è che molto presto qualche pezzo da ’90 della camorra potrebbe intervenire energicamente per dare un messaggio inequivocabile a chi forse ha erroneamente creduto di poter delinquere senza il consenso della malavita organizzata partenopea. Una questione questa da chiarire subito : non c’ è attività illegale a Napoli e nell’hinterland messa in essere da stranieri che non sia soggetta al controllo della camorra.

Intese a monte stabilirebbero i rapporti tra i potenti clan partenopei e gli imprenditori extracomunitari, con particolare riferimento ai cinesi. D’altro canto sarebbe assurdo pensare che l’Alleanza di Secondigliano particolarmente attiva proprio nella zona dell’Arenaccia e a ridosso di Piazza Garibaldi ( formata da Eduardo Contino alias o’ Romano , Patrizio Bosti alias o’Patrizio e Francesco Mallardo alias Ciccio e’ Carlantonio cognati tra loro per aver sposato le sorelle Maria, Rita e Anna Aieta) o i Mazzarella altrettanto influenti nello stesso perimetro lasciassero campo libero ad organizzazioni straniere senza esercitare un controllo diretto o imporre una precisa “tassa” su ogni illecito commercio alle stesse.




Ricostruire una precisa geografia criminale a Napoli è impresa assai ardua anche per gli inquirenti : al di la delle gente cosiddetta “di strada” esiste un sottobosco di professionisti, imprenditori e presta nome al soldo dei camorristi, figure abilissime nel riciclare il denaro sporco dei clan in attività imprenditoriali difficilmente riconducibili ad organizzazioni malavitose. Un sistema di scatole cinesi talmente preciso da confondere anche i più esperti investigatori. La magistratura punterebbe in tal senso sulle rivelazioni dei collaboratori di giustizia : gli ex boss potrebbero squarciare il velo di mistero che avvolge le identità degli “intoccabili” mostrando finalmente i veri volti della camorra che conta.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.