L’Hotel degli Ulivi di Gragnano ha ospitato la IX edizione della Riunione Stabiese di Epatologia denominata “I nuovi scenari di epatologia”: organizzatore di un evento di grosso spessore professionale il dottor Carmine Coppola. I dati lasciano poco spazio alla libera interpretazione in relazione al numero di soggetti colpiti da epatite cronica C in Italia e nello specifico in Campania.
Due giorni di full immersion che hanno visto impegnati professionisti di tutt’Italia nel tracciare le coordinate scientifiche da seguire per osteggiare concretamente patologie subdole che potrebbero non essere più però imbattibili. Non è possibile definire ancora con precisione il numero di persone infette nel nostro Paese a causa della carenza di studi epidemiologici rigorosi. Si calcola che circa il 22% dei pazienti non sappia di aver contratto l’infezione.
L’epatite cronica C se non curata scrupolosamente può facilmente degenerare in cirrosi dando poi potenzialmente il via ad ulteriori patologie anche letali per l’uomo. In Italia il tasso di mortalità per cirrosi è stimato intorno ai 20 abitanti su 100mila che diventano 30 se ci riferisce poi all’epatocarcinoma. Al di la delle cifre, dei numeri e delle statistiche quello che Coppola ha lanciato da Gragnano in sinergia con illustri colleghi ha una duplice valenza: da un lato confrontarsi sui successi ottenuti nella cura di una patologia che compromette fortemente il vissuto di migliaia di persone e dall’altro infondere fiducia negli ammalati che devono sapere di poter combattere oggi con successo un male tanto devastante.
“Siamo impegnati in prima linea da Gragnano – ha dichiarato Coppola – in una lotta professionale che mette in campo prima la nostra umanità, l’amore per i pazienti e poi la conoscenza professionale. Massima attenzione anche alla disciplina dei trapianti da noi affrontata insieme ad altre 5 strutture coordinate dal Cardarelli, centro trapianti della Campania nella persona di Walter Santaniello, che rappresenta una consolidata terapia nei casi di stato avanzato della malattia.
Ebbene proprio da Gragnano intendiamo infondere speranza in chi lotta con l’epatite cronica C, persone che possono contare oggi su farmaci innovativi che in alcuni casi portano alla guarigione con una probabilità che sfiora il 100%. Nel progresso dell’epatologia la rete svolge un ruolo fondamentale permettendo un continuo confronto tra studiosi finalizzato esclusivamente a debellare una piaga che ad oggi ha causato un numero di vittime impressionante”.
Non è sfuggita la presenza del direttore dell’Asl Na 3 Sud Antonietta Costantini, particolarmente soddisfatta per il lavoro svolto da un centro che lo stesso dirigente ha definito “fiore all’occhiello dell’Azienda”. “Gragnano è una realtà in forte crescita anche in campo epatologico e noi faremo quanto in nostro potere per favorire un miglioramento delle attività sia sotto il profilo sanitario che strutturale. Si tratta di un evento al quale tengo molto: sono certa che Gragnano con le potenzialità che ha a disposizione riuscirà ad ottenere grossi risultati facendo onore alla nostra terra”.
Eventi di tale spessore sono destinati a rimanere impressi a caratteri indelebili nella storia non solo di Gragnano ma dell’intero Paese: senza distinzioni perimetrali o tracciate da “punti cardinali” il dott. Carmine Coppola ha raggiunto il traguardo più ambito da ogni discendete di Ippocrate degno di tale appellativo, quello di aver anteposto la qualità e la conservazione dell’esistenza dei propri pazienti a qualsivoglia campanilismo accademico o bandiera di sorta. Il tutto in una parentesi storica che ha visto recentemente grosse strutture ospedaliere partenopee nell’occhio del ciclone per episodi legati alla malasanità e all’assenteismo. Un professionista umile, aggregativo e carismatico al tempo stesso capace di donare speranza concreta a chi lotta giorno per giorno per la vita.
Alfonso Maria Liguori