Il Gazzettino vesuviano | IGV

Trecase, si finge in ritorno da un viaggio internazionale di lavoro. Arrestato per spaccio di droga

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Curato nella persona. Abbigliamento ricercato. Ha tutta l’apparenza di un distinto signore di ritorno da un viaggio internazionale di lavoro in Olanda.

Guida una anonima familiare. Sulle maniglie dei posti di dietro sono appesi i suoi abiti costosi. Tra la panchetta e i sedili anteriori ha incastrato scatole con bottiglie di vino e champagne che sono di gusti adeguati all’apparenza ma non giustificano, come lui asserisce, un viaggio così lungo.

Parla italiano senza nessuna inflessione e dice che la sua vita la trascorre in viaggio. Gli piace e si diverte. Si esprime fluentemente in ben 3 lingue.

Insiste che ha attraversato mezza Europa – dall’Italia all’Olanda e viceversa – per turismo e alla ricerca di vini pregiati da portarsi a casa. La faccenda però non convince i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli che hanno notato una parte dell’abitacolo, quella posteriore, trasformata in una sorta di cellula di protezione.

Emilio Nappi, il 61enne di Trecase di cui stiamo parlando, tra l’altro è noto alle forze dell’ordine per faccende di droga, in particolare per “viaggi” organizzati per il trasporto di cocaina.

I militari lo fermano perché alla loro vista all’ingresso di Napoli ha fatto una manovra azzardata, per cercare di evitare controlli. L’uomo infatti ha in tasca 20.000 euro in banconote di vario taglio.

I carabinieri cominciano a scandagliare la sua auto a partire dalla parte posteriore e scoprono subito che togliendo le scatole di vino il fondo suona a vuoto. Poi la scoperta.

Nelle due parti scatolate della scocca sono stati ricavati due nascondigli. I carabinieri ne forzano uno e vi trovano panetti di cocaina purissima, nell’altro pure. In totale sono circa 8 chilogrammi. Gli spacciatori ci potrebbero ricavare oltre 30.000 dosi.

A quel punto Nappi non può fare altro che lasciarsi ammanettare. Dovrà rispondere di trasporto e detenzione di cocaina a fini di spaccio.

Ricostruito il sistema ingegnosissimo per aprire e chiudere i nascondigli: chiave inserita e girata, luci accese, inserire retromarcia e telecomando. Con quest’ultimo si dà il via a due motorino elettrici saldati a bella posta che girando alzano, svitandole delle viti saldate ai finti pavimenti.

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