Davanti al titolare dell’esercizio pubblico ha sporto il telefono mostrando un messaggio chiarissimo: “Vengo a nome di Scanzano, dammi 1.500 euro per i carcerati”. A Castellammare dire di venire a nome di Scanzano, la roccaforte dei D’Alessandro, significa chiaramente di essere lì per conto del clan. L’intimazione non lasciava spazio a dubbi: il proprietario del bar doveva consegnare il denaro per gli affiliati.
Al rifiuto del barista, Spagnuolo si è appropriato dei soldi contenuti nella cassa (circa 200 euro) annunciando che sarebbe tornato il giorno dopo a prendere il resto. I carabinieri della Compagnia e della stazione di Castellammare di Stabia, nel frattempo intervenuti d’urgenza a seguito di richiesta di aiuto al 112, hanno bloccato e sottoposto a controlli tutti i presenti.
Vincenzo Spagnuolo è stato trovato in possesso dei soldi appena presi dalla cassa. Il suo complice, Emanuele Cioffi, un 18enne incensurato, è stato invece trovato con un revolver a salve, uguale a quelli veri. Lo portava nella cintola dei pantaloni. I due sono stati arrestati per estorsione aggravata dal metodo mafioso e tradotti nel carcere di Secondigliano.