Vincenzo Provvisiero, 58 anni, già noto alle forze dell’ordine e ritenuto vicino al clan Vollaro, è stato ucciso in un agguato compiuto nel primo pomeriggio di ieri a Massa di Somma, nell’hinterland vesuviano di Napoli. L’omicidio è avvenuto, intorno alle 13, in viale Cortiello, sotto l’abitazione della vittima.
Secondo indiscrezioni provenienti da ambienti investigativi l’uomo si stava dirigendo verso casa quando i sicari , giunti in sella ad uno scooter di grossa cilindrata , gli hanno esploso contro tre colpi d’arma da fuoco. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Torre del Greco che hanno avviato le indagini coordinati dal Pm Woodcock. Nello stesso tempo a Napoli un uomo di 51 anni, del quartiere Poggioreale, è arrivato al Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni Bosco” con tre ferite d’arma da fuoco: due colpi al collo, un terzo alla scapola.
L’uomo non è stato in grado di riferire cosa fosse successo, limitandosi a riferire di essere stato aggredito tra Napoli e Casoria e di non ricordare se qualcuno avesse provato a rapinarlo. Le due pallottole che l’hanno raggiunto al collo sono uscite, l’altra invece è rimasta nella spalla e probabilmente verrà estratta con una operazione chirurgica. Non verserebbe in pericolo di vita.
Camorra ormai scatenata a Napoli e nell’hinterland : l’eliminazione di un pezzo da 90 della mala come Provvisiero potrebbe essere un inUequivocabile segnale di guerra lanciato da nuovi gruppi malavitosi o forse un messaggio di potenti clan partenopei in piena politica espansionistica verso il vesuviano .
Gli ultimi arresti eccellenti, le confische di beni immobili e mobili ai danni di storici sodalizi criminali scaturite in buona parte dalle rivelazioni di collaboratori giustizia del calibro dei fratelli Lo Russo di Miano ( alias i Capitoni di Miano) avrebbero provocato un vero e proprio terremoto nel sistema innescando nel contempo l’ennesima mattanza di camorra per il controllo degli affari illeciti sul territorio tra quello che resta della vecchia guardia di mala e le nuove baby gang. Tanto, troppo sangue a macchiare ancora l’immagine e compromettere la vivibilità di Napoli e di buona parte della provincia.
Alfonso Maria Liguori