Tensione negli ambienti criminali: allarme rosso per Torre Annunziata, Pompei e Castellammare

Le armi costano, così come costa mantenere affiliati e detenuti o dichiarare guerra ad altri clan. Un particolare questo che potrebbe non essere sfuggito ad altri storici sodalizi criminali

torre annunziata valentino giontaCresce la tensione negli ambienti criminali vesuviani : allarme rosso per Torre Annunziata, Pompei e Castellammare. Ad esasperare gli animi le ultimi pesanti condanne inflitte a pezzi da 90 dei clan , tra le quali l’ergastolo a Umberto Onda, capo del gruppo di fuoco dei Gionta, e gli ingenti sequestri di beni effettuati dalle forze dell’ordine su disposizione della Procura che avrebbero notevolmente indebolito i gruppi criminali operanti sul territorio.




Francamente non comprendiamo l’atteggiamento ipocrita di chi sembra risentire di certe drammatiche realtà senza però poi muovere un dito per la giustizia e la legalità, rimanendo blindato nella propria oasi da dove è facile poi parlare a modo proprio di fenomeni criminali che nemmeno si immaginano.

Al contrario nel rispetto delle tante persone per bene che animano le comunità vesuviane occorre denunciare sempre la portata offensiva di un sistema capace negli anni di lasciare sul campo un numero di morti ammazzati da bollettino di guerra muovendo nel contempo, attraverso attività illecite, fiumi di denaro anche utilizzato per corrompere politici, amministratori e infedeli servitori dello Stato. Parliamo di clan del calibro dei Gionta, dei D’Alessandro di Castellammare e dei Cesarano di Ponte Persica. Ras , Valentino Gionta, Michele D’Alessandro e Ferdinando Cesarano che hanno avuto al loro servizio un vero e proprio esercito di killer, pusher, fiancheggiatori e insospettabili prestanome.




Criminali di un tale livello da avere interessi ovunque magistralmente curati da professionisti di prim’ordine in grado di compiere complesse operazioni, anche immobiliari, in Italia e all’estero : un articolato meccanismo di scatole cinesi talmente ben congeniato da rendere quasi impossibile risalire ai reali detentori di tanta ricchezza. In questa particolare parentesi storica a trovarsi con l’acqua alla gola sotto il profilo economico sarebbero proprio i Gionta di Torre Annunziata : lo proverebbe anche il recente sequestro nel rione Provolera di armi giocattolo, repliche di quelle autentiche, con ogni probabilità da usare quali strumenti intimidatori per imporre il pizzo a commercianti ed imprenditori della zona.

Le armi costano, così come costa mantenere affiliati e detenuti o dichiarare guerra ad altri clan. Un particolare questo che potrebbe non essere sfuggito ad altri storici sodalizi criminali oplontini o di paesi limitrofi che potrebbero approfittare del momento “no” dei Gionta per tentare la conquista criminale di Torre Annunziata con azioni di inaudita ferocia.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.