Rinvio a giudizio per undici indagati dopo gli arrestati eseguiti la scorsa primavera in merito agli appalti per le pulizie negli ospedali Santobono, Pausilipon e Annunziata, (reati di corruzione e turbativa d’asta) . Lo ha stabilito ieri il gup del Tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda che ha accolto le richieste del Pm Henry John Woodcock. Il processo, davanti alla quarta sezione del Tribunale, comincerà il primo marzo 2018.
Al centro dell’inchiesta , condotta dai Pm Woodcock, Celeste Carrano e Enrica Parascandolo , c’è un appalto da 11 milioni e 500mila euro. Rinviati a giudizio, tra gli altri, anche il dirigente medico e presidente della commissione di gara e il caposala del reparto chirurgia. Nel quadro accusatorio accordi per il versamento di tangenti pari al due per cento dell’importo dell’appalto da parte degli imprenditori della Manutencoop di Bologna e della Euro servizi generali Group che avevano dato vita a una associazione temporanea di imprese. Ancora scottanti vicende a carico di grossi nosocomi partenopei dopo il recente uragano che ha coinvolto per assenteismo medici, infermieri e tecnici ospedalieri.
Tutti ufficialmente in servizio, persino in straordinario, ma in realtà dediti a fare shopping, a svolgere una doppia attività o a giocare a tennis. Per non parlare di un noto primario che truccava le gare d’appalto in modo da favorire ditte a lui riconducibili. Strutture ospedaliera in cui la camorra a volte è di casa : a dimostrazione di tale vergognosa realtà la recente conclusione del procedimento penale con cinque condanne e pene varianti dai 16 ai 5 anni di reclusione per infiltrazioni del sistema nel settore degli appalti e per commistioni con la pubblica amministrazione che ha visto imputati, tra gli altri, esponenti del clan Lo Russo attivo nell’area nord di Napoli.
La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Napoli Livia De Gennaro che ha accolto le richieste dei Pm della DDA di Napoli Henry John Woodcock e Enrica Parascandolo. Al centro del processo le infiltrazioni negli appalti da parte della società Kuadra, che opera nel settore delle pulizie negli ospedali e che gli inquirenti ritengono di fatto gestita del clan attraverso propri affiliati.
Alfonso Maria Liguori