Al centro dell’inchiesta , condotta dai Pm Woodcock, Celeste Carrano e Enrica Parascandolo , c’è un appalto da 11 milioni e 500mila euro. Rinviati a giudizio, tra gli altri, anche il dirigente medico e presidente della commissione di gara e il caposala del reparto chirurgia. Nel quadro accusatorio accordi per il versamento di tangenti pari al due per cento dell’importo dell’appalto da parte degli imprenditori della Manutencoop di Bologna e della Euro servizi generali Group che avevano dato vita a una associazione temporanea di imprese. Ancora scottanti vicende a carico di grossi nosocomi partenopei dopo il recente uragano che ha coinvolto per assenteismo medici, infermieri e tecnici ospedalieri.
Tutti ufficialmente in servizio, persino in straordinario, ma in realtà dediti a fare shopping, a svolgere una doppia attività o a giocare a tennis. Per non parlare di un noto primario che truccava le gare d’appalto in modo da favorire ditte a lui riconducibili. Strutture ospedaliera in cui la camorra a volte è di casa : a dimostrazione di tale vergognosa realtà la recente conclusione del procedimento penale con cinque condanne e pene varianti dai 16 ai 5 anni di reclusione per infiltrazioni del sistema nel settore degli appalti e per commistioni con la pubblica amministrazione che ha visto imputati, tra gli altri, esponenti del clan Lo Russo attivo nell’area nord di Napoli.
La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Napoli Livia De Gennaro che ha accolto le richieste dei Pm della DDA di Napoli Henry John Woodcock e Enrica Parascandolo. Al centro del processo le infiltrazioni negli appalti da parte della società Kuadra, che opera nel settore delle pulizie negli ospedali e che gli inquirenti ritengono di fatto gestita del clan attraverso propri affiliati.
Alfonso Maria Liguori