Precari e lavoratori stagionali in Campania: condizioni ai limiti dell’inverosimile

Un equilibrio sottile, soprattutto per gli stagionali, che devono ad esempio sperare o pregare (per chi è credente) di non ammalarsi

Precari e lavoratori stagionali : una condizione ai limiti dell’inverosimile che mette a dura prova la dignità e l’avvenire di migliaia di persone. Un equilibrio sottile, soprattutto per gli stagionali, che devono ad esempio sperare o pregare (per chi è credente) di non ammalarsi nei periodi contrattuali che spesso coincidono con le fasi dell’anno in cui il picco d’influenza, con relative complicazioni ( bronchite, asma, etc.) raggiunge la punta massima.




Deontologicamente corretto e grato alle rispettive aziende per la possibilità offertagli comunque di lavorare lo stagionale spesso si trasforma in una specie di eroe “senza gloria”, riempiendosi di farmaci e recandosi a lavoro in precarie condizioni fisiche pur di non chiamare malattia. Quando poi la situazione precipita e le condizioni fisiche peggiorano al punto di essere costretti a rimanere a casa si ha modo di riflettere sull’assurdità di una condizione lavorativa che le istituzioni governative dovrebbero affrontare nel rispetto di cittadini italiani onesti, giovani, madri e padri di famiglia, esseri umani che anelano da anni ad una stabilità occupazionale che sembra non arrivare mai.

Inutili dibattiti, promesse da marinaio governative e tavoli di concertazione aventi per oggetto “aria fritta” hanno per lungo tempo mostrato come alla fine il Italia tutto si muova perché nulla muti. Oggi viviamo in una società che rende sempre più ricchi i potenti e oltremodo poveri i più deboli, spogliando la gente comune delle speranze, delle sane aspirazioni e della dignità che dovrebbero essere alla base di una Repubblica Democratica degna di tale appellativo.




Siamo alla vigilia di nuove elezioni, di un nuovo governo centrale : si muovano allora questi signori e lo facciano in tempi utili perché la condizione esistenziale di buona parte del Paese è veramente in caduta libera. Un baratro di sconforto, di incertezza, che impedisce la nascita di nuove famiglie : i giovani non si sposano , spesso convivono con i genitori, terrorizzati dall’idea di mettere al mondo figli che non sono in grado di mantenere per la mancanza di lavoro. Allora ritroviamo senso di appartenenza e patriottismo, sinergia e sana intesa tra aziende e Stato al fine di promuovere campagne occupazionali che ridiano ossigeno ad un’Italia ormai agonizzante.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.