Un Villaggio di Babbo Natale a scuola. E quanto è stato organizzato presso la scuola elementare di via Vesuvio a Trecase, dove insegnati ed alunni hanno chiuso il 2017 scolastico lasciando entrare la magia del Natale nelle aule della loro scuola all’insegna della solidarietà. Il ricavato della vendita dei manufatti presentati nel mercatino allestito dai bambini sarà interamente devoluto in beneficenza.
Ma la magia di questa festa che rappresenta il centro della nostra cultura è stata ben rappresentata classe per classe con l’impegno di tutti i bambini che dai più piccoli, che si sono trasformati in elfi e folletti, ai più grandicelli della scuola primaria che hanno trasformato le classi nella camera da letto di Babbo Natale, nella cucina di Santa Claus ed anche nell’ufficio postale per le letterine in partenza per il Polo Nord con le richieste dei bimbi di tutto il mondo. La V A è diventata una vera e propria fabbrica dei giocattoli.
Al secondo piano dell’edificio scolastico di via Vesuvio, il Laboratorio Creativo e Musicale, il Laboratorio degli Elfi. Non sono mancati gli odori della Cucina Natalina allestiti dalla classe terza C. E ancora il ristorante di Babbo Natale ospitato e realizzato dalle quarte B e C, mentre nelle aule della V B e della V C l’esposizione dei manufatti di Babbo Natale.
Oltre ai mercatini nella classe VC, un angolo è stato dedicato alla Comunicazione Aumentata Alternativa. Quest’evento è stata l’occasione giusta per presentare a tutti gli intervenuti il linguaggio dei Simboli che utilizza per comunicare con gli altri l’alunno “speciale” inserito in questa classe.
La C.A.A. rappresenta un’area della pratica clinica, poco conosciuta nel Sud Italia, che cerca di compensare la disabilità di banbini con bisogni comunicativi complessi. E’ un sistema multimodale che interviene in tutti i contesti di vita allo scopo univoco di offrire la possibilità di comunicare tramite canali che si affiancano a quello orale.
Numerose storie, leggende, canzoncine riguardanti il Natale sono state tradotte in simboli W.L.S. per favorire nel miglior modo possibile l’inclusione dell’alunno non verbale.
Filippo Raiola