Rapine choc a Napoli: ecco come agisce la “banda della zoccola”

Il ratto si dimena, e l'automobilista va nel panico, abbandonando la vettura, quasi sempre con le chiavi e accesa

Nuova tecnica d’assalto dei rapinatori d’auto a Napoli : si tratterebbe della “banda della zoccola”. Questo il soprannome della gang che finora avrebbe messo a segno due rapine compiute con le stesse modalità tra San Giovanni e Barra. Due persone avvicinano l’auto nel mirino, nel traffico, fingendo un tamponamento. Basta anche che il finestrino sia abbassato per dieci centimetri: uno dei malviventi getta nell’abitacolo un sacchetto con un topo imprigionato dentro. Il ratto si dimena, e l’automobilista va nel panico, abbandonando la vettura, quasi sempre con le chiavi e accesa. A quel punto è un gioco da ragazzi per i componenti della ‘banda della zoccola’.




Sulle rapine indaga la Polizia. Ormai siamo alla frutta : ci si inventa di tutto pur di colpire con incredibile incisività e fare cassa. Arresti eccellenti e ingenti sequestri di beni mobili e immobili avrebbero oltremodo indebolito i clan partenopei e dell’hinterland che non riuscirebbero più a pagare affiliati e famiglie dei detenuti. Un particolare poi peggiorerebbe un quadro per nulla roseo in casa camorra : le rivelazioni dei pentiti del calibro dei fratelli Lo Russo, alias i “Capitoni di Miano”, avrebbero provocato la fuga di pezzi da 90 del sistema certi di finire presto tra le maglie della giustizia.

Questo esodo forzato avrebbe stuzzicato le mire espansionistiche di baby gang pronte a tutto pur di conquistare nuovi territori dove svolgere le proprie attività illecite, con particolare riferimento allo spaccio di stupefacenti e al racket. Le cose potrebbero però all’improvviso cambiare : Radio Mala parlerebbe di un ‘imminente scarcerazione di un boss dell’area orientale di Napoli che potrebbe fare pulizia dei cosiddetti “moccosielli” e riaffermare la leadership criminale sul territorio delle vecchie famiglie di camorra.




Non sarebbe casuale il sequestro di armi effettuato negli ultimi tempi tra Ponticelli e San Giovanni : c’è aria di guerra e chi mangia il pane della camorra lo sa bene. Armi e uomini : queste le risorse necessarie per dare inizio all’ennesima mattanza di mala in una città dove le istituzioni faticano ancora ad imporre legalità e giustizia.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.