Due medici sono indagati per la morte di Cristian, il bambino di tre anni deceduto poche ore dopo essere stato dimesso dall’ospedale pediatrico Santobono a Napoli. Nei confronti dei due medici è stato emesso un avviso di garanzia, per l’ipotesi di omicidio colposo, come atto dovuto per consentire la nomina di propri consulenti di fiducia in occasione del conferimento dell’incarico per l’autopsia fissato il 5 gennaio.
Quando il bimbo venne visitato in ospedale il 28 dicembre scorso, in codice verde, i sanitari riscontrarono segni di infiammazione alle vie aeree, dolori addominali e diarrea. Dopo gli esami si ritenne di non disporre il ricovero: furono prescritti alcuni farmaci e un controllo medico dopo 24 ore, dopodiché fu dimesso. L’indomani mattina fu riportato in gravissime condizioni nello stesso ospedale dove morì poco dopo il ricovero.
I familiari del bimbo, gli avvocati Domenico Di Casola e Andrea Ciuonzo, saranno presenti al conferimento dell’incarico venerdì prossimo. Un episodio drammatico sul quale ci auguriamo la Procura possa fare in tempi utili chiarezza. Un dolore immenso per la famiglia del piccolo Cristian a cui va indiscussa la nostra solidarietà e il nostro pensiero. Brutte storie che non dovrebbero mai accadere : nella ferma convinzione che ogni individuo resti innocente fino a sentenza definitiva contraria e riponendo piena fiducia nella classe medica partenopea ogni membro della società civile non può che augurarsi che chi ha sbagliato, se errore c’è stato, paghi e nel più breve tempo possibile.
Un atto di giustizia che non ridarà alla famiglia Cristian ma indispensabile perché in futuro tragedie del genere non si ripetano. Purtroppo negli ultimi tempi il mondo sanitario partenopeo è stato scosso da grossi scandali legati all’assenteismo e a brogli compiuti anche da noti primari nelle gare d’appalto per le varie forniture ospedaliere finalizzati a favorire ditte a loro riconducibili. Massima fiducia quindi nel lavoro degli inquirenti e nei giudici chiamati a fare chiarezza in una vicenda che ha irreparabilmente segnato la vita di una sana famiglia della provincia di Napoli.
Alfonso Maria Liguori