Camorra a Torre Annunziata: ronde armate dei clan dopo gli attentati incendiari

Oggi i Gionta sarebbero pronti a difendere la propria roccaforte criminale, compresa tra l’area portuale e il centro storico, a qualsiasi costo

baby boss camorraCamorra scatenata a Torre Annunziata : un’ondata di violenza si è abbattuta da tempo sulla città dove ormai gli atti intimidatori legati al fenomeno estorsivo sarebbero all’ordine del giorno. L’ultimo in ordine di tempo è quello che ha visto oggetto di un attentato incendiario due negozi storici di corso Garibaldi. Le due attività sono state date alle fiamme la notte tra mercoledì e giovedì. Dai primi rilievi l’incendio è stato appiccato con della benzina, probabilmente da un solo uomo. A finire nel mirino stavolta, un negozio di detersivi ed un fruttivendolo.




Nonostante gli arresti di alcuni esponenti di spicco del clan Gionta effettuati negli ultimi tempi e la condanna all’ergastolo del capo del gruppo di fuoco dei “valentini” Umberto Onda la situazione a Torre Annunziata resta incandescente: tanto da far temere una reazione in tempi brevi degli storici rivali Gallo – Cavalieri. Secondo Radio Mala per opporsi ai Gionta e rimarcare il proprio peso criminale sul paese i Gallo-Cavalieri potrebbero presidiare il territorio con ronde armate quale deterrente alle richieste estorsive mosse nei confronti di commercianti e imprenditori locali da parte dei Gionta. Con i “valentini” però non si scherza : un mito criminale sempre in auge quello del ras mai pentito Valentino Gionta che consentirebbe al clan di rigenerarsi con incredibile rapidità.

Si parlerebbe già di selezioni tra i giovani affiliati per rimpiazzare il ruolo di Umberto Onda all’interno del sodalizio criminale. A prendere il posto del temuto Onda potrebbe essere un giovanissimo affiliato, poco noto tra le fila dei nemici e per questo dalla capacità offensiva oltremodo rilevante perché difficilmente individuabile. Anche Raffaele Cutolo, il capo della NCO, dovette segnare il passo nello scontro con Valentino Gionta , super boss affiliato a Cosa Nostra e referente in Campania della mafia siciliana.




Come l’ex capo della mafia Totò Riina Gionta non avrebbe mai dato segni di pentimento ne si sarebbe dissociato in alcun modo dalle azioni malavitose dell’omonimo clan. Per i padrini delle grosse organizzazioni criminali lo slogan resta immutato, “meglio crepare che tradire”. Oggi i Gionta sarebbero pronti a difendere la propria roccaforte criminale, compresa tra l’area portuale e il centro storico, a qualsiasi costo : tra i nuovi affiliati cresciuti nel mito del padrino Valentino sarebbe stato bandito il concetto di “resa” al nemico . Ragazzi di strada pronti a tutto pur di affermare la supremazia assoluta del clan Gionta a Torre Annunziata.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.