Nelle ultime settimane, infatti, l’Inps sta inviando degli avvisi di pagamento a privati cittadini che sarebbero, stando alle carte, datori di lavoro di cittadini cinesi. Il problema è che questi privati cittadini avrebbero anche dovuto versare i contributi ai lavoratori “assunti”, cosa mai avvenuta. L’Istituto di Previdenza a questo punto sta chiedendo migliaia di euro a chi avrebbe dato da lavorare agli orientali. Ma, cosa più importante, questi accertamenti potrebbero scoperchiare un vero e proprio sistema.
Coloro che si sono resi disponibili a tali assunzioni, magari dietro promesse di somme di denaro, adesso tremano. I cinesi potrebbero essere stati assunti con funzioni “domestiche” come badanti o ruoli simili, ma in realtà non sono stati nemmeno mai visti, chissà ora dove sono, anche se ora l’Inps chiede il conto. L’obiettivo è anche quello di comprendere se i cittadini siano stati consapevoli o meno di quanto si stava sottoscrivendo. Gli avvisi da parte dell’Istituto sono stati ricevuti da privati cittadini a Castellammare e a Torre Annunziata.
Il sospetto è che questi contratti possano essere stati stipulati con l’obiettivo di far ottenere alla persona cinese il permesso di soggiorno. In altre zone d’Italia le autorità sono già intervenute in passato su questo fenomeno: 11 persone a marzo 2015 sono state arrestate nell’ambito di un’indagine partita a Cuneo con le accuse di associazione a delinquere finalizzata a procurare illegalmente ingresso e permanenza a stranieri.
In quel caso a capo dell’organizzazione c’erano due salernitani, padre e figlio, con quest’ultimo che gestiva un’agenzia di consulenza per stranieri. I due aveva messo in piedi un’organizzazione che forniva falsi contratti di lavoro e false buste paga agli extracomunitari clandestini, in modo che potessero avere permessi di soggiorno, in cambio di denaro. Stesso modus operandi individuato a novembre del 2015 a Verona.