Torre Annunziata, camorra: quando Valentino Gionta jr prese il potere

Secondo gli inquirenti Gionta jr aveva preso in mano le redini dell'attività estorsiva della cosca dopo gli arresti delle operazioni “Emergency” e “Alta Marea"

Valentino Gionta junior : figlio di Aldo Gionta , alias o’Poeta, e nipote del padrino Valentino senior , elemento di spicco del clan particolarmente abile nel racket fin da ragazzo . Una carriera criminale scritta nel nome che gli è valsa già una condanna ad otto anni di carcere per altri reati, una latitanza e l’attuale detenzione al 41bis. Una figura apicale dell’organizzazione criminale dei Gionta capace di raccogliere notevoli consensi tra una parte dei giovani torresi del centro storico e della zona porto, ovvero di quella che una volta era roccaforte assoluta del super boss Valentino Gionta.




Secondo gli inquirenti Gionta jr aveva preso in mano le redini dell’attività estorsiva della cosca dopo gli arresti delle operazioni “Emergency” e “Alta Marea” ai danni di tutti i presunti elementi di spicco della cosca oplontina. Un’eredità pesante quella del giovane Valentino che ha sempre guardato con ammirazione alla condotta impeccabile, criminalmente parlando, del nonno condannato per associazione camorristica, traffico di cocaina, corruzione (2 appalti di edilizia scolastica e rete fognante del Quadrilatero delle Carceri, rione di Torre Annunziata dove lo stesso Gionta abitava, per un giro di affari nel primo caso di 33 miliari di lire e nel secondo di 11 miliardi e 800 milioni), duplice omicidio, concorso in estorsione ai danni dei grossisti del mercato ittico di Torre Annunziata e voto di scambio.

Il capo clan Valentino Gionta è detenuto dal 1985 nel carcere di Novara e dal 2007 sottoposto al 41 bis conseguentemente alla ripresa della faida a Torre Annunziata. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da ambienti vicini alla mala oplontina i Gionta farebbero particolare affidamento su valentino junior che potrebbe essere coadiuvato nella gestione del clan da giovanissimi affiliati pronti a tutto pur di imporre la leadership del sodalizio malavitoso sul territorio.




Da non sottovalutare in questa escalation al potere camorristico il ruolo delle donne dei Gionta, con particolare riferimento a Nunzia Caso, moglie di Aldo Gionta, Gemma Donnarumma e Carmela Gionta , rispettivamente moglie e sorella del capo clan Valentino. In passato tra le “signore” dei Gionta erano nati screzi di natura economica culminati con un irruzione nel luglio del 2015 a casa di Carmela Gionta colpita con diverse coltellate da Nunzia Caso, Gemma Gionta e Pasqualina Apuzzo, tutte e tre accusate all’epoca dei fatti di tentato omicidio e associazione mafiosa.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.